DRAMMA SPORTIVO....
Per l'ennesima volta mi ritrovo ad incontrare Tatti.
Tatti è un mio amico gioielliere. Uno di quelli con i quali, fino ad
un paio di anni fa, giocavo a calcetto.
Lo vedo più o meno due volte al mese (quando vado da Gian Luigi, il mio
medico di famiglia, che ha lo studio nella principale strada genovese, Via Venti
[Settembre]) ed ogni volta Lui (Tatti) mi dice: "Marco, stai pronto! stiamo
organizzando una partita" e continua "siamo tutti di noi, la vecchia
guardia, e Ti farò sapere quando e dove."
Poi ci scambiamo le quattro solite facezie e ci salutiamo.
Per puro caso, però, io so che giocano (loro) due volte la settimana, tutte le settimane, ed ho scoperto (via Giovanni, il mio dentista, anche lui un football player) che ne hanno già organizzate una decina (di partitelle della vecchia guardia).
Così ho capito!
Non mi vogliono.
Sanno tutti che sto di merda, ma non sono convinto che sia per un riguardo alla
mia salute, e temo seriamente che la vera ragione attenga alle mie scadenti
qualità calcistiche.
E pensare che sono ambidestro, ho uno splendido "lancio" ed un buon
"controllo di palla".
Mah!?
Essere rifiutati è sempre seccante (anzi, doloroso) persino per un vecchio
rottame.....
Così mi sto allenando come una belva.
A calcio-tennis (in tutta la mia possibile onestà) sono quasi un "cristo"
e mi sarà sufficiente riuscire a correre per qualche decina di metri.
So che, prima o poi, mi chiameranno.
Saranno costretti dalle circostanze, dal tempo che corre anche per loro, fratturando
le loro fragili giunturine da quarantenni e cinquantenni d'assalto.
Io sono quasi sessantenne, ma non sento il dolore, sono ancora
forte come un bue (lascierei da parte il toro, ormai fuori portata e mi concentrerei
sul bue, anche di piccole dimensioni) e, prima o poi, dovranno convocare anche
me.
In quel momento io sarò pronto!
E la palla non gliela farò nemmeno vedere.
Genova, giugno 2003
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