LA BANDA DELLE RAGAZZINE

Vado al mare, lo sapete già, da quasi sessant'anni nello stesso dispendiosissimo stabilimento.
In pieno centro della mia straordinaria città e con poliedrici e comodi servizi (palestra, aerobica, tre ristoranti, dancing, piano-bar, parrucchiere, tabacchino, giornalaio, tre piscine, cabine in cemento, posteggio, etc.etc.).
D'inverno uso la sfarzosa cabina di famiglia, con doccia calda, lavabo, terrazzino ombroso e via così, mentre d'estate ne prendo una proprio di fronte alla piscina cosiddetta "olimpionica" (di olimpionico non ha proprio un cazzo, nemmeno la lunghezza, che non è manco di metri 33,33). Si tratta di una fila di cabine in cemento, sotto al ristorante "La Caravella", sempre frequentate dalla medesime persone, che oramai si conoscono e si sopportano con amabile tolleranza.
Quest'estate una delle disgraziate cabine ha presentato una brillante novità: una caterva di ragazzine quattordicenni, tutte graziose, agitassime e rumorosissime.

A me non frega una sega perchè ho una debolezza genetica per i piccoli della specie (e, visti i miei anni, per me i piccoli della specie variano dal feto di sei mesi ai brillanti cinquantenni in carriera) e non sarei capace di dir Loro una parola dura in ragione dell'eccessiva vivacità o del simpatico turpiloquio (anzi, per il turpiloquio, posso dare dei punti anche ad un maniaco della coprolalia o ad un malato con la sindrome di Tourette). D'altra parte le disgraziatelle mostrano una notevole sopportazione per le cialtronesche abitudini del sottoscritto (l'Anaconda sostiene che, in qualche oscura maniera, le ho vergognosamente manipolate).
Anche la terribile Strega se ne sbatte. Per certi versi è rimasta bambina ed il comportamento delle sventurate giovanotte, i loro rumorosi conciliaboli, i pepati commenti sui deretani dei prestanti ragazzotti che circolano sui bordi della piscina, La lasciano piacevolmente indifferente.
Le sembrano, infatti, assolutamente normali (vorrei vedere, però, se Le fregassero il posto della brandina o lo spazio vitale).

Ma tutte le altre Gentildonne, per altro ed in genere piene di misura e di pazienza con noi vecchi scemi rincoglioniti, hanno dato il via ad un fuoco d'artificio di commenti e di reazioni scomposte (varianti dalle "puttanelle casiniste" alla "piccole maleducate e cafone arricchite").
Una si lamenta che non può più riposare (ed in cinquant'anni non ricordo che abbia mai riposato al mare). Un'Altra che non si riesce più a giocare a carte (e, per come gioca, potrebbe anche smettere, abbandonando quel difficile sforzo mnemonico). Una Terza che le sventurate giovani corrompono i suoi figli (e sarebbe anche l'ora, visto che non li ho mai visti con una ragazza).

Ci ho messo un po' a capire l'arcano, ma poi ho compreso la natura della cosa: sono gelose...maledettamente gelose.

La Stregaccia (che è anche la più anziana) non ha, per fortuna, di questi problemi. Precisato e messo per iscritto presso il notaio di famiglia che una mia eventuale deviazione dalla più assoluta fedeltà coniugale comporterebbe l'immediata perdita della vita (ed anche di altri importanti ammenicoli), Ella, nella folle certezza di avere accalappiato l'uomo più bello, più buono e più affascinante del circondario, se ne sbatte di tutte le altre (ed almeno su questo ha ragione! il mio motto è "timeo fœminas et dona ferentes". Per il resto non ho la minima idea sull'origine delle strambe convinzioni della mia Mostra Prediletta).

Tutta questa pappardella mi ha costretto a riflettere....perchè diavolo sono gelose le, per altro affascinanti, Gentildonne? non sono certe dei Loro mariti? temono per i loro balordi figli maschi? o si tratta di un tratto (allitterazione tratt/tratt) genetico che Le costringe a proteggere il territorio contro le intruse più giovani e più procaci?
Mah?!
Misteri delle donne e del Loro curiosissimo universo.

 

Genova, luglio 2005


 




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