Un CazzTrain,
gonfissimo di vanagloria (ed anche parecchio delatore), raccolse le penne che
erano cadute ad un pavone e se ne adornò tutto. Poi, disprezzando la sua razza
di fessi, cercò di unirsi ad una bella schiera di pavoni, erroneamente ritenendo
che avessero grande fortuna con le donzelle. Ma questi ( i pavoni) strapparono
le penne al fisolofo, sicofante e fesso impudente, cacciandolo via a calci nel
culo (con grandissimi dolori anali, perchè, come noto, le zampette dei pavoni
sono puntute ed unghiate). Il CazzTrain, malconcio per le nerbate incassate,
ritornò tutto afflitto tra i suoi simili (i famosi fessi), ma fu da loro espulso
con grande biasimo. Uno dei fessi, che l'esimia imitazione di docente aveva
prima disprezzato, gli disse allora: "se Tu ti fossi accontentato di stare con
noi ed avessi accettato quell'unico neurone che Ti aveva concesso la Natura,
non avresti subito quell'oltraggio ed ora non patiresti la sventura di questa
espulsione". La favola insegna che non è bene cercare di farsi bello con i beni
altrui, ma piuttosto accontentarsi di vivere nei propri panni (nel caso in discorso,
quelli del fesso).
CAZZTRAIN E LE PENNE DI PAVONE
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