topo gonzo,
in fuga dai segugi dei cacciatori, arrivò nei pressi di una località denominata
Riposto. Incontrata la casa di un tizio che sembrava un legnaiuolo (nobile lavoro
che richiede rilevanti capacità cerebrali), avrebbe dovuto fare il legnaiuolo.
ed invece diceva di essere professore al liceo e si chiamava CazzTrain, lo pregò
di nasconderlo dagli inseguitori. Il fisolofo e sicofante CazzTrain gli offrì
riparo nel casotto degli attrezzi (peraltro privo di attrezzi, ma pieno di giare
di amarone delle cloache, per la gioia di topo gonzo). I cacciatori, tra cui
è doveroso citare il collezionista delle annate del Borghese, Malvino,
e la studiosa del nulla coranico, Gabrielita, arrivarono subito, con i loro
lettori segugi, e chiesero al legnaiuolo,...pardon! al professore se avesse
visto un topo gonzo in fuga. CazzTrain dichiarò a gran voce di non averlo veduto,
ma indicò con veementi cenni il luogo dove il poveraccio era nascosto. Purtroppo
i cacciatori erano tutti amici di Giamba (come dire...fessi), pensarono che
CazzTrain fosse spastico e, rispettosamente, se andarono. Non appena scampato
il pericolo topo gonzo, quasi completamente ubbriaco, uscì e cominciò ad allontanarsi
senza prestare attenzione al fisolofo CazzTrain. Questi, furibondo, lo rimproverò
aspramente:" ingrato maledetto! topo gonzo delle mie pantofole! mi devi la vita
e Te ne vai senza una parola di ringraziamento?" E topo gonzo replicò:"Sicuramente!
io, infatti, Ti avrei ringraziato sino alla punta delle mie orecchie pelose
se le tue intenzioni fossero state buone come le tue parole e se le tue mani
non avessero tradito le tue indicazioni".
TOPO GONZO, CAZZTRAIN E LA CACCIA
La favola dimostra che non basta seguire i discorsi dei fisolofi CazzTrain.
Occorre anche osservare dove mettono le pedine.
per informazioni rivolgersi a:
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