un prof.Malvizzo
viaggiatore affittò un asinello topo gonzo, insieme al suo proprietario, un
CazzTrain asinaro, per farsi portare in un luogo assai distante (un congresso
della direzione dei radicali pugnettisti rosa). La giornata essendo caldissima
e picchiando il sole come un maglio sulle teste dei tre disgraziati (con assai
più violenza di quanto potesse fare Eracle che, come dice appunto quel beota
di Pindaro, avendo una moglie olimpica di nome Ebe, viene chiamato dai suoi
pari “ebete”), il Malvizzo radicale decise di fermarsi a riposare e di ripararsi
dai raggi cocenti all'ombra dell'asino topo gonzo. Date le dimensioni della
bestia (un topo gonzo ha dimensioni ridotte, in tutti i sensi) solo uno dei
semi-umani presenti poteva trovare parziale riparo e nacque, quindi, una lite
feroce tra il prof.Malvizzo ed il proprietario dell'animale, il fisolofo, sicofante
CazzTrain, su chi avesse diritto ad usufruire dell'ombra. Argutamente il CazzTrain
argomentò di aver affittato solo la bestia topo gonzo e non la sua ombra. Il
Malvizzo viaggiatore affermò che, avendo affittato l'asinello topo gonzo, anche
l'ombra del medesimo gli spettava di diritto. La disputa presto passò dalle
parole ai fatti e, mentre i due fessi lottavano selvaggiamente, l'asino topo
gonzo, avendo sentito il delizioso profumo dell'amarone delle cloache e nutrendo
profonda antipatia per Pindaro (come me, del resto, che amo Archiloco, Alceo
, Mimnermo e Saffo), galoppò via alla ricerca del suo nettare prediletto.
IL MALVIZZO, L'ASINARO E L'ASINO
La favola insegna che a litigare dietro ad un ombra si perde di vista la sostanza.
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