Topo gonzo,
una sera, avendo girovagato in cerca di amarone di fogna senza fortuna alcuna,
uscì alla superficie. Esaminati i pregevoli dintorni ed osservati piacevoli
ed ombrosi boschetti poco distanti, lì si diresse. Pssato un piccolo dosso,
egli scorse, in una valle erbosa, un gruppo di vesciconi. Incuriosito si avvicinò
e notò che i vesciconi cantavano e ballavano. Chiunque conosca l'etologia dei
vesciconi si sarebbe accorto che essi avevano oramai passato la fase dei peani
e quella degli iporchemi. Erano in piena fase ditirambica. Quel fesso del topo
si appressò ancora, e domandò al vescicone più prossimo :"Cazzo fate, grossi
rimbambiti?". Fu così che ebbe i natali il gioco della Pallapugno, anche se,
al giorno d'oggi, come palla non viene più usato topo gonzo ma una palla di
gomma dura (topo gonzo, infatti, tende a spiaccicarsi).
ORIGINE DELLA PALLAPUGNO
La favola insegna a non disturbare quelli che cantano e ballano. Potrebbero
decidere di ballarvi addosso.
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