Un beppe
grillo cervo stava una volta bevendo da una fresca pozza d'acqua riciclata e,
nel mentre, ammirava la nobile figura che gli appariva riflessa. "Ah" egli disse,
"dove è mai possibile trovare corna nobili come le mie, con questi palchi enormi
e spettacolari (da cui si vede il cabarettista di scuola)! vorrei possedere
zampe meno esili per sorreggere una così ricca corona; è un po' pietoso che
esse siano così sottili e magroline."
IL BEPPE GRILLO CERVO
In quel momento si appressò un Aesopus cacciatore (soltanto per la favoletta
e per una fame maledetta), che gli spedì una freccia, mancandolo (era cieco
dalla fame). Subito il cervo beppe grillo saltò via (qui non si capisce perchè
non sia salito sulla sua Toyota ibrida e fuggito a tutto gas, investendo qualche
albero innocente.Mah?!), e presto, con l'aiuto delle sue esili ma possenti zampe,
si portò quasi fuori della gittata del cacciatore; purtroppo, non guardando
dove fuggiva (come noto, i beppe grilli cervi non guardano mai la strada e si
fanno i cazzi altrui), passò al di sotto di molti alberi dai rami bassi, nei
quali il suo splendido palco di corna restò imprigionato, così che il cacciatore
Aesopus ebbe il tempo e l'occasione per raggiungerlo. "Capperi! piselli!" urlò
il cervo beppe grillo," troppo spesso disprezziamo quello che è più utile per
noi."
La favola dovrebbe insegnare qualcosa, ma è un periodo che non riesco ad imparare
una mazza, così ve lo dico un'altra volta.
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