Era una
notte di tregenda...e topo gonzo se ne stava al calduccio, nelle sue amate cloache.
Egli aveva anche ospiti: il fisolofo, sicofante, egomaniaco CazzTrain, il dietrologo
G.C. e l'adorabile Gabrielita, che era solo un po' seccante quando batteva le
ali ed allontanava il buon profumo di fogna. Topo gonzo voleva convincere il
sig.GMR (assente) che il rancore è un sentimento malevolo, e non un'ideologia.
In fondo aveva già convinto parecchi ratti suoi amici. CazzTrain esibiva le
ultime email del suo fraterno sodale O.Pope. E' vero che erano tutte uguali
(testo: noble thoughts), ma avevano chiaramente date diverse. G.C. e Gabrielita
erano intenti in uno strano balletto, nel quale ciascuno dei due cercava di
posizionarsi dietro all'altro: una sorta di sfida dietrologica. L'amarone scorreva
a fiumi, i vesciconi erano lontani e tutto era meraviglioso. All'improvviso,
però, apparve un tizio enorme, seminudo, coperto solo da una pelle di leone.
Il tizio osservò la scena che gli si presentava, rabbrividì anche con i peli
della barba e, cortesemente, chiese: "Scusate, sapete mica indicarmi la via
per il Tartaro?". E subito topo gonzo, desideroso di farsi bello con la...,
beh! con quella roba lì che sembra una sfinge:"Non rompere, sporco assassino
di animali. Vai fuori dalle balle (?) prima che c'incazziamo". Eracle, il gigante
buono, li prese tutti e quattro con la mano destra e li spiaccicò sulla parete.
Purtroppo la parete crollò, lasciando un foro da cui uscivano fumi solforosi,
e, ipso facto, apparve una erinni urlante:" Fa in fretta, Eracle, che quel cazzo
di Cerbero morde tutti. Portatelo via immantinente".
LA VIA PER IL TARTARO
La favola insegna che Cerbero è un cane fastidiosissimo.
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