TOPO GONZO, SILENO E DIONISO

topo gonzo stava partecipando ad un festino nella sua tana, nelle cloache del GRA. Molti amici ecopacifisti, antiisraeliani e succubi erano presenti:luigirossi, elfobruno, verdecento, ninfetta aegaion, il fisolofo CazzTrain e l'amico veterocomunista GC. All'improvviso si avvicinò un tizio su di un asino. Palesemente sbronzo perso, cadde dalla montatura nel cortile del topo. Subito tutti si avventarono su di lui, catturandolo. Costatato che aveva piedi caprini, era più brutto di GC e ruttava come una bestia, topo gonzo, sentendo una profonda affinità ed in uno slancio di generosità del suo mononeurone. lo liberò. Qualche giorno dopo si presentò un altro tizio, anche lui con gambe caprine, ma carino ed ubbriaco, che disse:"topo gonzo, hai liberato il mio amico Sileno. Esprimi un desiderio ed io lo esaudirò". Topo gonzo cercò di riflettere, ma il tizio diventava irrequieto. Così gli disse: "Torna tra una settimana e Ti farò sapere". Una settimana dopo il tizio si ripresentò, e topo gonzo, prontissimo :"voglio che tutto quello che tocco diventi oro". "OK" rispose il tizio. Ma dopo appena qualche ora topo gonzo si accorse che aveva trasformato in una statua d'oro l'amico CazzTrain, che non poteva più bere l'amato amarone. Il Sassicaia diventava oro, i conchiglioni e le zucchine (avanzi) diventavano oro. Era disperato. E così chiamo il tizio dicendogli:"riprenditi il tuo dono, almeno posso bere e mangiare. Ah! lascia pure CazzTrain così, almeno non rompe". Ma Dioniso rispose:" E no! quel che è fatto è fatto. Almeno quel cretino di Mida aveva risposto di getto. Tu ci hai pensato una settimana, e sei fesso quanto lui.". Poi ci pensò un secondo:"Se vuoi Ti posso spiaccicare, almeno la smetti di soffrire". Ma ecco, subitanei, accorsero i vesciconi, che presero Bacco (o Dioniso, o Pan...insomma! quel cretino di un dio) a calci nel culo, spiegandogli, in ottimo italiano, che topo gonzo lo spiaccicavano soltanto loro, e ritrasformarono il topo in un normale topo gonzo.
La favola insegna che bisogna temere i Danai (ed il loro dei) anche quando portano doni. Meglio i vesciconi.

 


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