topo gonzo
era ritornato dal suo viaggio d'istruzione nelle fogne di London completamente
ebbro di amarone delle cloache. Ora diceva di chiamarsi Gonzo mouse ed era alla
ricerca di Dddio. Qualcuno (pare CazzTrain) gli aveva raccomandato di varcare
le porte di Tannhauser e girare a sinistra verso i bastioni di Orione. Lì, aveva
assicurato il jazzista sicofante, di certo il topo avrebbe incontrato il suo
padre-creatore ed avrebbe ricevuto lezioni su come imitare l'unto salvatore
(sarebbe gesù il cristo). Purtroppo, nel corso della sua strenua ricerca, incontrò
i Sadducei, che gli diedero un sacco di botte, e, subito dopo, il fantasma di
Sant'Agostino che cercò disperatamente di spiaccicarlo. Naturalmente, trattandosi
di un fantasma, per di più cretino, gonzo mouse quasi non se ne accorse. La
cosa diventò seccante quando attraversò la strada dei jansenisti, che non riuscirono
a spiaccicarlo, ma lo estremizzarono, facendolo diventare lungo trentasette
chilometri. Dddio se ne accorse ed ebbe pietà di lui, decidendo di escluderlo
dalla vita ultraterrena. Ma si trattò di mero e disgustoso interesse divino.
Se lo avesse incluso, infatti, il povero Cristo sarebbe stato costretto a spiaccicarlo
tutte le santissime mattine.
TOPO GONZO ALLA RICERCA DI DDIO
La favola insegna che inventare Dio fu una questione di mero potere, determinata
dalla necessità di accentrare, elitariamente, su pochi individui un controllo
che, nell'animismo, era distribuito marxisticamente tra tutti i semi-umani.
Per altro l'animismo aveva anche il non trascurabile vantaggio di poter prendere
a calci la sedia da cui eri caduto o, eventualmente, di ridipingerla se volevi
offrirle dei sacrifici.
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