Don Peppì
ed il fisolofo (jazzista/scacchista/giudice/giuria/esecutore/delatore) CazzTrain,
procedendo insieme per la medesima via (la cosa è stranissima, perchè Don Peppì,
di solito, viaggia da solo), disputavano della loro nobiltà (quasi più strano
di quanto sopra, perchè mi pare a Don Peppì la nobiltà gli faccia un baffo).
Mentre a vicenda menavano vanto dei propri titoli, giunti ad una località, CazzTrain,
voltovi lo sguardo, si mise a sospirare. E poichè Don Peppì (individuo cortesissimo)
gliene domandava il motivo, esso, additandogli alcuni sepolcri, rispose: "Come
non piangere, alla vista di quei ceppi funerari innalzati in memoria ed in gloria
dei liberti e degli schiavi dei miei padri?". E Don Peppì:" Oh! tu puoi", soggiunse,
"mentire ora a tuo talento, poichè nessuno di costoro risorgerà per smentirti".
TOPO GONZO ELETTO RE
Così pure i bugiardi (ed i fessi) si vantano, soprattutto quando non ci sia
chi li convinca di mendacio (ed a questo vale l'opera dei vesciconi).
P.S. devo precisare che la storiella non è tutta farina del mio sacco. La prima
parte mi è stata narrata da un topo, credo tale gonzo, incontrato, completamente
ebbro di amarone, presso il grande raccordo anulare.
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