i topi
gonzi, trovata la comunione degli intenti nella raschiatura delle opinioni contrarie,
decisero di allearsi con coloro che condividevano tale gestione della dialettica
(non la pensi come me? non hai questo diritto e, quindi, io ti raschio). Trovarono
quindi accordi con i fisolofi e sicofanti cazztrain , con la famosa banda dei
ecofessi, con l'ironico semideficiente Gianni Guelfi ed altri cazzoni integralisti,
al fine di muovere a battaglia contro gli odiati vesciconi. Preparatisi alla
battaglia, i capi dei topi gonzi, completamente ubbriachi di amarone delle cloache,
si legarono al capino, quale cimiero, delle enormi corna d'alce (fregate nel
vicino museo di storia naturale) per offrire alla truppa un'insegna da seguire.
Vinti, senza quasi combattere, dai vesciconi (che, a dire il vero, non si erano
nemmeno accorti di essere in guerra), i topi gonzi - la loro storia si dipinge
anche nelle osterie - ripiegando in frenetica fuga, si accalcarono trepidanti
intorno agli stretti ingressi delle natie chiaviche, ma alla fine, sia pure
a stento, riuscirono ad entrarvi e sfuggire alla spiaccicatura. I loro condottieri
invece, che si erano legati alle loro testine le corna, s'incastrarono alle
entrate delle cloache e furono catturati. I vesciconi, sia pure di malavoglia,
li spiaccicarono come di dovere di qua e di là.
LA GUERRA DEI TOPI GONZI
Precisato che i Cazztrain e gli ecofessi vari scamparono ogni pericolo, essendo
fuggiti prima ancora di avvicinarsi ai vesciconi, la favola, nella sua versione
originale, insegnava che, se un evento funesto grava su tutto un popolo, è in
pericolo la grandezza dei capi; la plebe minuta riesce a nascondersi, trovando
facilmente scampo.
Nella sua versione attualizzata la favola insegna che i fessi sembrano incontrare
problemi nel far funzionare le loro singolarità neuronali.
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