un prof.
Malvizzo pescatore (lievemente maniaco per l'accompagnamento musicale) una volta
portò la sua cornamusa sulle rive, all'uscita della Cloaca Maxima, e la suonò
anticlericalmente nella speranza che i topi gonzi, eterosessuali, omosessuali
o transgender che fossero, ma comunque sbronzi marci di amarone, saltellassero
sulla superficie e lui li potesse catturare con le sue manine anticlericali;
purtroppo il fisolofo e sicofante CazzTrain aveva appena terminato di disporre
i liquami in foggia di scacchiera, dimenticandosi però i quadrati bianchi, ed
i topi gonzi, non solo non sentivano alcunché, ma non vedevano neppure la luce.
Così il Malvizzo pescatore, affamatissimo di topi gonzi, buttò la sua rete nel
traslucido liquame e subito la trasse a riva ripiena di topi gonzi. Allora egli
riprese la sua cornamusa e, come cominciò a suonarla, i topi gonzi, sebbene
intossicati dall'amarone e dai post di CazzTrain, saltellarono di qua e di là
prigionieri della rete. "Bene!" disse il Malvizzo, "ora sì che danzate, quando
io suono". "Esatto!" rispose un vecchio topo gonzo rincoglionito, molto amico
del costruttor di ponti.
IL MALVIZZO PESCATORE
La favola dovrebbe insegnare che, quando sei in potere di un umano (mah? umano
è veramente una parola grossa, se riferita a Malvizzo), conviene tu faccia quello
che ti comanda. Però, rivedendola dopo ventiquattro secoli, e pensando che tanto
passi lo stesso dalla fogna alla padella, mi sembra una morale di merda.
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