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La guerra sotterranea - The hidden war - pag.3
RIFLESSI SULLA SOCIETA' ODIERNA
Un siffatto lungo
periodo temporale (15/30 mila anni) potrebbe anche fornire valide giustificazioni
ad alcune odierne modalità comportamentali adottate dagli esseri umani nei
rapporti interpersonali.
Le motivazioni normalmente addotte da psicologia, psicanalisi ed antropologia
per spiegare le varianze nei comportamenti interpersonali , sessuali e non,
tra maschi e femmine della specie sono molteplici ed appaiono, in genere,
ragionevolmente fondate, ma risulta abbastanza evidente che l'essere obbligati
a trascorrere gran parte della propria esistenza all'interno di un gruppo
stabile (tana, grotta, rifugio temporaneo, ambiente temporaneamente stanziale)
comporti per gli elementi umani coinvolti (nel caso di specie per le femmine)
la necessità di ridurre la conflittualità, aumentare la capacità mediatoria
ed incrementare la ricchezza della comunicazione interpersonale, conservando
nel contempo le caratteristiche capacità proprie di soggetti in grado
di provvedere alla difesa, alle necessità ed alla protezione del "nido",
mentre l'attività di "cacciatore/raccoglitore" propria degli elementi fisicamente
più dotati (di norma i maschi"), imponendo lunghi periodi di isolamento o
semi-isolamento dal gruppo base, obbliga ad una notevole autonomia emotiva,
ad una comunicazione essenziale, rapida e relativamente astratta (segni, simboli,
vocalizzazioni brevi e concise) e ad una forte competizione per l'importanza
assoluta dei risultati prodotti ai fini della sopravvivenza del "gruppo".
Si potrebbe quindi parzialmente ricondurre a questo lunghissimo intercorso temporale una buona quota delle difficoltà di comunicazione, verbale e non verbale, tra uomo e donna.
RIFLESSI SULLA PALINGENESI DELLA SOCIETA' ODIERNA
Molti studiosi, in epoche diverse e con differenti motivazioni, si sono sforzati (sostanzialmente) di dimostrare, anche con notevole profondità di indagine , che i passi evolutivi "critici" delle strutture politico/sociali/religiose (tirannia/Cronos, democrazia classica/Olimpo, cattolicesimo/impero, democrazia rappresentativa/luteranesimo-calvinismo-inquisizione, etc.) hanno costituito una forma di "regolazione" sociale che fungeva da normalizzante rispetto ad un momento repressivo precedente e/o contemporaneo (nel caso di specie :amazzoni, baccanti, gnostici, catari, streghe, suffregette, etc.). (Galli G., Kerenyi, Thompson, Evola J., Touraine, Kelly J. Feyerabend P., Giorello G., Murray M.)
Tali crisi di passaggio sono caratterizzate da una evoluzione nelle strutture di potere a carattere fortemente astratto (tirannia, democrazia classica, rappresentativa, statalismo, marxismo, etc.) che difficilmente potrebbe essere riferita , in via generale, a soggetti i cui riferimenti vitali (sopravvivenza di gruppo ristretto, amore per i piccoli, etc.) sono molto prossimali (nel senso di quotidiani, vicini e pratici).
Pur con molti distinguo e con qualche superficialità una parte significativa degli studiosi contemporanei evita di scartare apertamente queste teorie o preferisce (probabilmente) non confutarle sistematicamente, forse per non offrire il destro a possibili pesanti critiche metodologiche.
Alcuni elementi , che dagli storici vengono definiti come propri della struttura "villaggio" ma che in realtà , ad un indagine più approfondita, appaiono semplicemente propri della consuetudine di "guerra" sempre utilizzata dalla parte vincente o al potere, si ripetono con assoluta continuità nel corso di queste "fasi" di emersione della ipotizzata protostorica struttura sociale matriarcale o egualitaria e vengono con spietata durezza utilizzati nel corso dell'annegamento e della repressione di queste particolari specie di "rivolte".
La metodica di attribuire ai propri avversari comportamenti e pratiche contronatura, vergognose (?) abitudini sessuali, omicidi, infanticidi, magia nera, stragoneria, etc.etc., appare caratteristica dominante di questi particolari momenti repressivi.
Femmine della specie, baccanti, gnostici e streghe hanno fornito adeguati bersagli alle strutture di potere , che , in qualche maniera, si sono sentite minacciate (come effettivamente erano) ed hanno posto in essere una riparametrazione adattativa (spesso effettuando un vero e proprio balzo culturale) allo scopo di affrontare e risolvere il problema in emersione. (DeVries, Rhodes H.J.F., Wesel U., Kelly H.A.)
Tutta questa pappardella, debitamente integrata con l'irrealtà mitologica ed escatologica delle nostre religioni di massa (vedasi la ricca documentazione in ordine alla impossibilità di riconoscere la sostanza storica dei fondatori delle varie chiese [Cristo, Budda, etc.], e vedasi altresì la poliedricità di interpretazioni, a volte completamente in opposizione, che hanno arricchito le varie religioni nel corso della loro crescita e del loro percorso di prevaricazione degli "avversari" ideologici e non [da notare che la "corrente" fideistica vincente, per così dire, ha sempre eliminato fisicamente gli sconfitti] Brandon Samuel, Bachofen, Evola J., Touraine, Kelly J. Feyerabend P., Giorello G., Murray M., Galli Giorgio ) mi è servita solo per evidenziare alcune particolari caratteristiche ripetutesi in periodi storici che mi sembrano avere notevole affinità con l'attuale.
LA DONNA E LE MINORANZE
La crescita di una società della "donna" nel contesto sociale, infatti, dopo un periodo nel quale, tra indicibili contrasti, si è verificata con certa continuità, sembra ora segnare il passo di fronte ad ostacoli significativi.
Nulla sembra infatti impedire alla donna, nei paesi industrializzati ed in quanto elemento produttivo e funzionale della società, il raggiungimento anche di posizioni di assoluta preminenza, ma, i soggetti abilitati a tali carriere sembrano avere subito profonde modifiche caratteriali, di atteggiamento e nelle capacità di interpretazione dell'ambiente. Sono infatti, di norma, più ricche di caratteri "maschili" di quanto lo siano gli stessi uomini.
Fortemente indifferenti agli aspetti sociali, estremamente controllate, capaci di decisionismo e violenza, a volte anche fisica, intossicate da un rampantismo brutale sembrano più guerrieri d'affari che donne liberate.
Insomma, le donne sembrano "arrivare" nella nostra società soltanto se sono altrettanto o più maschie degli uomini, e non intendo solo fisicamente ma anche intellettualmente. Gran parte di loro non pare rendersi conto di aver perso qualcosa, scambiandolo con qualcos'altro.
Ma in realtà la "società" che promuovono, sostengono e difendono è competitiva, violenta e priva delle connotazioni tolleranti e pacifiche, in senso lato, della struttura dominata dalla Madre. Le concessioni dell'anima da ricordare che, anche se documentalmente il concilio [sinodo] di Maçon del 585 decise invece che il termine "homo" (nella sua accezione di essere umano) poteva essere riferito anche alle donne, la questione dell'inferiorità della donna è stata confermata, predicata e sostenuta, senza opposizione alcuna , da tutta la Patristica [*] dal II al XX secolo, e quindi anche se l'anima della donna non è mai stata in discussione, la sua attribuzione certa ha comunque richiesto un'ulteriore conferma conciliare. , del voto e del "lavoro" (tutte molto recenti) corrispondono a momenti di ulteriore maschilizzazione della parte femminile della comunità. Gli aspetti femminei o femminili dell'intera faccenda (quindi la libertà sessuale, l'ecologia di villaggio, la promiscuità, il minimalismo, il riduzionismo, il rapporto interpersonale in senso stretto) sono stati modificati e superati trasfigurandosi in vere e proprie imprese "industriali", spesso in un contesto mediatico, fortemente competitive, in quanto produttive e/o fruitrici di effetti economici.
CONTINUA...
[*] non esiste praticamente teologo cattolico che non abbia gettato infamia, disprezzo, fango, offese ed insulti sull'ipotetico sesso debole. E' impossibile citarli tutti e non ne vale nemmeno la pena, in quanto non se ne trovano che abbiano assunto posizioni contrarie. Per un eventuale ricerca consiglio il libro EUNUCHI PER IL REGNO DEI CIELI, di Uta Ranke-Heinemann, Rizzoli, 1990
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