![]() |
IL Papato Pag.34
|
questo sito è a costruzione progressiva (a puntate)
VENTI SECOLI DI PAPATO
Il Superpapa e le questioni pressanti
(le immagini del testo sono in parte originali ed in parte tratte dai testi citati in bibliografia)
Parlare di Giovanni Paolo II è cosa affatto facile. L'uomo possiede qualità e caratteristiche assolutamente contrastanti. Che la sua figura giganteggi in quest'ultimo scorcio di secolo è cosa indubbia, ma altrettanto indubbio è che agli straordinari progressi nel campo della pace tra le genti egli non abbia unito una crescita altrettanto rilevante nella comprensione della vita e della morale correnti. Credo sia bene, per esempio, non dimenticare che buona parte degli orrori verificatisi nel corso dei conflitti in Ruanda nel 1994 hanno avuto la benedizione o la partecipazione diretta di membri del clero cattolico, e sotto il pontificato di Giovanni Paolo II
Le sue posizioni sull'aborto, sulla contraccezione, sul celibato del clero e sulla posizione della donna nella società e nella famiglia potrebbero essere tratte da un volume di catechesi del 600 senza che dovesse esser loro apportata alcuna variazione.
Un alto prelato vaticano ha detto che Giovanni Paolo rifiuta di giocare la partita sui numeri, ma è proprio sui numeri che la partita si gioca.
L'interessante assunto del Santo Padre "qualcuno provvederà" o "ci penserà la Provvidenza" sembra fare tristemente il paio con l'orribile "Dio riconoscerà i suoi" della strage degli albigesi.
Ci sono voluti 1800 all'umanità per raggiungere il miliardo di individui. Dal 1800 al 1920 si è aggiunto un altro miliardo. Il terzo miliardo è stato raggiunto nel 1958, il quarto nel 1975 ed il quinto nell'estate del 1987. Attualmente (marzo duemila) sfioriamo i sette miliardi di persone.
Non c'è mai stato un così grande numero di esseri umani che vivono in condizioni subumane. Un così spaventoso numero di sofferenti e di poveri. Ed il giochetto mentale di sostenere che il 10% della popolazione mondiale utilizza e sfrutta il 90% delle risorse è ridicolo e scorretto. Quel 10% è rimasto pressoché invariato negli ultimi 200 anni , raggiungendo nei paesi più civili una crescita zero.
I governi democratici sembrano in condizione di controllare meglio i propri tassi di crescita, forse perché meno dipendenti da forme di manipolazione della popolazione o perché la popolazione diventa meno disponibile a farsi manipolare dai governi. Dei circa duecento paesi del mondo solo una trentina sono realmente democratici,esenti da pressioni e colpi di stato. Dove il governo ha carattere tirannico o fortemente religioso, a parte i devastanti pericoli di guerre esterne, la popolazione costituisce il famoso gregge ai cui componenti non sembra restare altro che adempiere al comandamento passatempo "moltiplicatevi" (anche per ragioni di mera sopravvivenza). I propri giovani vengono venduti e/o affittati per limitare i costi o perché ce ne sono in soprannumero (di figli) e perché costituiscono l'unica fonte di "ricchezza".
Per di più sembra difficile esaminare razionalmente il problema senza cadere in trappole buoniste, ecologiste ed umanitariamente "cattoliche".
Se qualcuno suggerisce di interrompere o di controllare con fermezza i flussi migratori verso i paesi industrializzati viene immediatamente catalogato come razzista (se gli va bene) , nazista e/o fascista. Anche gli immigrati prima o poi voteranno, il che è un elemento da non trascurare.
Non credo che esistano facili soluzioni ma sicuramente esse devono essere "imposte" sia pure per via mediata e senza prevaricazioni dirette.
Gli ultimi cinquant'anni hanno dimostrato con estrema evidenza che i cosiddetti regimi arrivano sempre al punto di non aver altra scelta politica oltre a quella di ricorrere ad una guerra contro un nemico esterno e tale scelta, attuata, per esempio, contro un paese come il nostro, può essere una scelta dall'effetto devastante e dirompente.
Ma torniamo al papa.
La completa approvazione di Giovanni Paolo alle prescrizioni dell'enciclica sulla pillola , Humanae Vitae, appare situata fuori dal contesto temporale nella quale estrinseca i suoi effetti.
Considerare aborto e preservativo (o contraccezione in genere) quali peccati mortali in tutte le circostanze (la casistica nella quale sono tollerati, quali mali minori è praticamente limitatissima) carica i fedeli di un peso etico e morale assolutamente ingiusto. Vedasi le pesanti problematiche e gli orrori etici che questa posizione ha provocato nei recenti conflitti in Croazia, Bosnia etc., con l'impedire l'interruzione di gravidanza alle molte donne (tra le quali anche alcune suore) stuprate e fecondate dagli stessi soggetti che hanno ucciso i loro mariti o i loro figli. Peraltro senza che tale comandamento religioso trovi una effettiva corrispondenza nelle Scritture.
Praticamente tutta l'elaborazione teologica a giustificazione della Humanae Vitae è frutto dell'opera di Agostino e di Tommaso e non rappresenta certo, come sostenuto da papa Giovanni Paolo, una "costante tradizione cattolica".
Già soltanto il fatto che il "periodo sicuro" , condannato come peccato mortale (in quanto metodo contraccettivo) da Agostino sino al 1951, sia poi diventato l'unico metodo approvato dalla Chiesa (forse perché funziona di merda) la dice lunga sulla costanza. Quanto alle virtù coniugali in "De bono coniugali" il medesimo Agostino (sempre tra le scatole) scrive che gli unici meriti (bona) o valori del matrimonio sono :figli, indissolubilita, fedeltà, gli stessi che ritroviamo in "Casti connubi" di Pio XI nel 1930, saltando a pié pari millecinquecento anni di variazioni sul tema e di differenti insegnamenti catechistici sull'argomento. Con scarse varianti gli stessi concetti vengono reiterati nella "Humanae vitae" e, più di recente, ancora rinforzati con "Evangelium vitae", nella quale l'aspetto paradossale delle spiegazioni e delle istruzioni papali risiede proprio nel continuo autocitarsi da parte di Giovanni Paolo a conferma della validità di posizioni religiose/morali del tutto insostenibili dal punto di vista etico. Per questo papa, uomo politico di grandissimo valore e di enorme coraggio, sembra che duemila anni di orrori e sofferenze,senza dubbio addebitabili in parte alla Chiesa, siano trascorsi inutilmente: mascherati da un linguaggio "prudente" ed apparentemente "paterno" si ritrovano il disprezzo per la donna e l'insofferenza verso il diritto dell'uomo a decidere del proprio futuro e, quello che è peggio, del proprio presente. Insomma, se potesse, Giovanni Paolo sarebbe ben contento di avere due spade (e magari di tagliare la gola a quelli che non la pensano come lui).
D'altra parte basta leggere con attenzione la bibbia per rendersi conto che, così come i Patriarchi avevano spesso diverse mogli, l'originaria visione del rapporto matrimoniale aveva connotazioni profondamente differenti da quelle imposte dalla morale cattolica.
In una società fortemente maschilista, nella quale la repressione dell'altro sesso costituiva (costituisce) elemento indispensabile di sopravvivenza, solo presso i cattolici e gli Stoici (con ben altra caratura etica) l'atto d'amore costituito dal rapporto sessuale coniugale diventa "cosa sporca" e peccato di particolare turpitudine.
La sequenza di storie "edificanti" che ritroviamo nella Patristica su mariti che abbandonano mogli e figli (a morire di fame) per intraprendere una vita "casta e meditativa", sembrano prodotte da una banda di celibi impotenti e/o repressi (senza avercela con gli impotenti, assolutamente incolpevoli di per se), al servizio di un Dio "maschio e sciovinista".
Se solo si pensa che i Padri spesso giustificano la loro posizione spiegando il dolore del parto con la giusta punizione inflitta da Dio alla donna proprio nel posto e nella parte del suo corpo dove ella ha commesso peccato, si resta spaventati dalla pochezza e dall'inumanità di coloro che hanno guidato la nostra vita religiosa per venti secoli.
Proverò a parlarne un poco nelle prossime pagine, ma Vi prego, abbiate pazienza.
![]() |
Il Papato Pag.34
|
|