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VENTI SECOLI DI PAPATO

Alcuni moderni divorzi papali

(le immagini del testo sono in parte originali ed in parte tratte dai testi citati in bibliografia)

Leone XIII aveva spessissimo denunciato il divorzio. "E' il frutto" egli diceva, "della pervertita morale dei popoli e conduceva...a viziose abitudini pubbliche e private....Una volta che il divorzio fosse stato permesso non sarebbe più stato possibile porgli un argine". Questo rende perciņ molto difficile comprendere la sua decisione nel seguente caso (1894 - mai pubblicato negli Acta ufficiali della Santa Sede): si trattava di due ebrei, Isacco e Rebecca, sposati e divorziati. Rebecca diventò cattolica, mentre Isacco sposò una cattolica di nome Antonia con una cerimonia civile. Isacco chiese di diventare cattolico al solo fine di regolarizzare la sua unione con Antonia agli occhi della chiesa. Il 23 marzo 1894 Leone XIII, strenuo oppositore del divorzio, divorziò Isacco da Rebecca, così, su due piedi (il caso venne tenuto nascosto per quarant'anni. Uscģ alla luce negli anni '30).

Nel 1917 i tre documenti relativi alle missioni di Paolo III, Pio V e Gregorio XIII, furono stampati in appendice al nuovo codice di diritto canonico, rendendo quanto una volta era considerato permesso solo nell'ambito delle attività missionarie legge generale della Chiesa. Questo aprì nuove possibilità "ufficiali" al potere del pontefice di sciogliere matrimoni. Perchè per esempio non sciogliere anche quello tra due "non cattolici". La cosa si verificò diverse volte in verità (Pio XI, 1924) ed uno dei casi, quello che provocò più agitazione, è il seguente:

"Nel 1922 Gerard G.Marsh, non battezzato, presentò la seguente richiesta al vescovo di Helena , Montana, John P.Carro. Tre anni prima egli si era sposato con un anglicana. Il loro matrimonio era finito con un divorzio e la sua ex moglie si era risposata. Marsh si era allora innamorato di una cattolica, dal nome hollywoodiano di Lulu La Hood, ed espresse il desiderio di convertirsi. Il vescovo non ritenendosi abbastanza aggiornato sul diritto canonico più recente , domandò a Roma se il matrimonio non potesse essere annullato a causa della "differenza di culto". Pur stabilendo il nuovo codice del 1917 che tale casistica non poteva essere utilizzata nella fattispecie particolare, il Sant'Ufficio modificò la domanda di Marsh in una preghiera indirizzata al Santo Padre di sciogliere il matrimonio, cosa che Pio XI fece il 6 novembre 1924, senza menzionare l'intenzione di Marsh di diventare cattolico. Il papa non offriva spiegazioni o giustificazioni ; semplicemente scioglieva il matrimonio. Un valido, indissolubile vincolo matrimoniale era stato tagliato definitivamente dal papa senza un batter di ciglia.

Lo stesso papa che, quattro anni dopo all'epoca dei Patti Lateranensi, costrinse Mussolini a promettere che in Italia non ci sarebbe mai stato il divorzio civile. Da un tizio che operava nei business dei divorzi e delle separazioni c'era da aspettarsi maggiore coerenza. Ma forse non gli piacevano i concorrenti.

Pio XI , unendo al "privilegio Paolino" un ipotetico "privilegio Pietrino", aveva realizzato la quadratura del cerchio, sciogliendo ed annullando matrimoni che lui medesimo aveva dichiarato indissolubili.

Quattro anni dopo la "Casti connubii" Pio XI approvò le "Norme per lo Scioglimento del Matrimonio in favore della Fede e per la suprema Autorità del Sommo Pontefice". Le norme non vennero mai rese ufficialmente pubbliche. Occorreva conoscere qualcuno o essere "introdotti" per poterne fruire. Peraltro si trattava di scioglimenti di "favore", a completa discrezione del pontefice. Insomma il massimo dell'ingiustizia perché mille "favori" non sostituiscono una legge giusta.

E così, mentre in tutta Europa e nel Mondo i governi emanavano esplicite leggi che regolamentavano in tutti i suoi aspetti il divorzio (rendendolo rispettabile e sollevando la chiesa dal lavoro sporco che le sarebbe moralmente spettato), il Papa li accusava apertamente di essere gli strumenti del demonio ed i fomentatori dell'iniquità. Lo stesso papa che poi tranquillamente, in Vaticano, li garantiva e li concedeva a suo piacimento.

Pio XII confermò nel 1941 le tesi del suo predecessore, arrogandosi anch'egli , unico tra tutti gli esseri umani, il potere (concessogli sicuramente da Dio) di dissolvere vincoli divinamente e naturalmente indissolubili.

Lo ridisse nella sua enciclica del 1942 "Mistici Corporis" , citando anche Unam Sanctam (di quel mostro assassino di Bonifacio VIII) e sostenendo che, anche se non aveva due spade come Bonifacio, egli regnava sull'intero mondo (almeno per quanto riguardava i matrimoni).

Naturalmente anche lui sciolse i suoi bravi matrimoni, ed a suo piacimento (1947, su richiesta del vescovo Willinger, Monterey, 1950, sempre richiesta Willinger, e 1955 , idem). Nel 1957 Pio XII sciolse addirittura il matrimonio tra due completi infedeli (due maomettani). Non dimentichiamo che gran parte delle iniquità verificatesi nel corso della guerra del Vietnam ebbero il sostegno della lobby cattolica americana ed l'appoggio ardente del cardinal Spellmann (a favore del fanatico Ngo Dinh Diem, presidente del Vietnam del Sud) e si verificarono sotto il pontificato di Pio, che non poteva certo ignorare le migliaia di cadaveri buddisti o protestanti. Giovanni XXIII seguì l'andazzo e così fece Paolo VI, riuscendo addiritttura a sciogliere il matrimonio tra due giudei (7 febbraio 1964) con la sola motivazione di "rasserenare l'animo" della nuova moglie, cattolica, di uno dei due (l'uomo evidentemente, che aveva esplicitamente dichiarato di non volersi convertire). E' bene ricordare che i processi davanti alla Sacra Rota sono quanto di più inutile ed intellettualmente abietto si possa immaginare. Centrati su ridicoli orpelli procedurali, su norme inesistenti o confuse, con esperti legali costretti ad invocare insulsi cavilli, non hanno condotto, per quanto se ne sa, ad una riconciliazione che sia una. Gli interrogatori della Corte Curiale si estendono nel passato fin dove possibile, richiamando volontà e pensieri espressi quarant'anni prima. Diversi casi sono stati in discussione per più di trent'anni (e noi ci lamentiamo, a ragione, della nostra giustizia civile). Uno degli accorgimenti invocati è quello dell'irregolarità del battesino di uno dei due divorziandi: Se uno dei due non è stato correttamente battezzato, non è cattolico e quindi gli è più facile ottenere la dispensa papale. Roba da mentecatti!

Lo stesso discorso vale per la "consumazione" del matrimonio, che richiede "penetratio" ed "inseminatio". Se la coppia ha sempre usato il preservativo esiste la possibilità di annullare il matrimonio? E la volontà di non avere figli? Se uno dei coniugi ha espreso pubblicamente la sua intenzione di non avere figli il suo matrimonio è nullo. Lo è anche se lo ha detto privatamente? Un caso che fece scalpore fu l'annullamento concesso da Pio XI nel 1916 a Consuela Vanderbilt , sposata con Charles Spencer, duca di Marlborough. In quest'occasione Pio XI concesse l'annullamento di un matrimonio tra due protestanti e celebrato davanti ad un vescovo protestante.

E' noto in certi ambienti che spesso i coniugi più esperti scrivevano apposite lettere (attestanti vizi della volontà o pressioni esterne), depositate poi presso un legale di fiducia, al fine di poterle utilizzare in caso il matrimonio andasse male (attualmente queste pratiche sono irrisorie. Grazie a Dio anche noi abbiamo il divorzio).

E' probabile e sperabile che il futuro ci riservi delle sorprese positive, anche se i mutamenti nell'ottica ecclesiastica sono sempre estremamente ambigui ed ufficialmente non confessati.

Per esempio papa Giovanni Paolo II dice spesso cose che i suoi predecessori avrebbero condannato come eretiche. Nel 1979 e nel 1980 si riferì a Dio, citando la genesi, una volta con J, Yahweh, e l'altra E, Elohim , plurale di esseri divini. Il Sant'Ufficio avrebbe condannato lui e Mosè per eresia. In un'altra occasione ha parlato di "estasi sessuale" del matrimonio, cosa condannata da un papa dietro l'altro per cinquecento anni.

Insomma chi vivrà, vedrà.

 


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