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IL Papato Pag.36
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VENTI SECOLI DI PAPATO
Peccato originale e controllo delle nascite
(le immagini del testo sono in parte originali ed in parte tratte dai testi citati in bibliografia)
Il vero mistero di tutta questa storia è costituito dal perché i cristiani abbiano conservato queste credenze così a lungo e senza proteste. Sembra esservi una sola risposta: l'Autorità. L'autorità della bibbia, in prima battuta, ma di una bibbia interpretata dai maestri della Chiesa (il Magisterium). Le mistiche parole di San Paolo "in Adamo tutti abbiamo peccato" sono state condotte stupidamente (o per qualche altra ragione non confessabile) a significare che persino i nascituri siano responsabili del peccato originale e debbano essere condannati ai tormenti dell'Inferno se muoiono non battezzati.
Cristiani che non si sarebbero mai perdonati se avessero fatto involontariamente del male ad un fanciullo, lo condannano ad indicibili tormenti (eterni) per qualcosa che non solo è inevitabile ma non è nemmeno stata commessa da lui e della quale non ha alcuna "coscienza". Ed anche se probabilmente i genitori cristiani non hanno mai creduto che ciò fosse vero, d'altra parte a questa dottrina sono stati acquiescenti ed obbedienti, condannando così i propri figli.
Non esiste miglior esempio, nella storia dell'Autorità cattolica, di questo nel quale Essa, senza logica ragione, senza coerenza interna e senza umanità alcuna, domanda obbedienza ad una dottrina moralmente assurda.
Ed a nulla serve la giustificazione che si tratta di materia di "mistero" e/o di "fede". Né mistero né fede sono ciechi di per se, e quando lo sono non ci appartengono personalmente. Si tratta della fede o del mistero di qualcun altro, al quale noi obbediamo per paura, per convenienza, per ignavia o per ignoranza.
Non c'è in questo insegnamento mistero o fede. Solo squallida paura celibataria. Esso sembra fare il paio con l'insegnamento papale sul controllo delle nascite. Come papa Gregorio condanna milioni di bambini innocenti all'eterno fuoco dell'Inferno, così papa Giovanni Paolo condanna milioni di aduti, atrettanto innocenti, all'inferno in terra. La differenza è che oggi il popolo cattolico dichiara di ritenere/credere che Papa Paolo si sbagliasse.
Non ci sono argomenti validi a sostegno delle teorie di Giovanni Paolo e non si capisce con quale criterio egli abbia sostenuto Pio XI e Pio XII invece di appoggiarsi a Gregorio ed ai suoi successori. Quale che sia stata la ragione certo è che l'insegnamento di Paolo ha creato più problemi di quanti ce ne fossero prima, impedendo anche la possibilità di più facili soluzioni.
Un etica celibataria ha messo definitivamente alla gogna i credenti laici. Una coppia che vive in una baraccopoli con una dozzina di figli o usa il metodo Ogino-Knaus o dorme schiena contro schiena. La masturbazione è sempre peccato mortale , persino quando è motivata da controlli di fertilità. Nello stesso modo la masturbazione è peccato assai più grave dell'adulterio, in quanto più innaturale e non diretta alla procreazione. Un violentatore che indossa un preservativo nello stuprare la sua vittima è più colpevole di uno che non lo usa (si pensi all'aids ed alle donne bosniache). La fecondazione in vitro è sempre condannata, anche quando sia diretta a risolvere il problema delle coppie senza figli. In tutte le fasi di questa idiota condanna la morale cattolica tradisce le sue origini pretesche. E non si tratta di antipatia od odio dei celibi verso gli sposati, con la relativa invidia per le donne che essi possono amare. Il Clero semplicemente non capisce.
Un'ultima cosa: Pio XII ammise brontolando che "nihil obstat" all'uso del "periodo sicuro", che è quindi diventato il metodo ufficiale standard dei cattolici per evitare il concepimento. Secondo questa "ufficiale" dottrina della Chiesa è quindi lecito e giusto moralmente copulare (in questo periodo di infertilità) anche quando si intende non procreare, al fine principale di soddisfare le proprie "brame" sessuali senza le seccature dei figli.
La follia di questo ragionamento emerge quando si ritorna ad esaminare la dottrina base del Cattolicesimo in questo settore: IL SESSO E' SOLO PER LA PROCREAZIONE. Questa è la grande, anzi l'unica "coerente"tradizione cattolica.
Messe così le cose la Chiesa avrebbe dovuto essere felice della scoperta del periodo fertile, ma per la ragione opposta: per obbligare le coppie a copulare soltanto in quel periodo (fecondo), nel quale c'è la quasi certezza di restare incinte. Ed in questo modo non sarebbe andato sprecato tutto quel prezioso seme maschile, la cui vana dispersione è stata (questa volta sempre e da tutti i Padri della Chiesa) condannata severamente ed in ogni circostanza (v. Onanismo, masturbazione, etc.etc.).
Il fatto che Pio XII ed i suoi successori non abbiano adottato questa terrificante linea di condotta va sicuramente a loro credito. Anche se il merito deve essere ascritto più alla loro bontà d'animo che alla coerenza logica.
La stessa irrazionale illogicità i recenti pontefici hanno saputo evidenziarla anche in ordine ad altri pressanti problemi che attanagliano la comunità religiosa e laica di estrazione cattolica.
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