6 a.C.
La questione della data precisa di nascita della figura di Gesù il Cristo (i due termini, una volta tradotti dai termini originari ebraico e greco, equivalgono a: "salvatore" e "unto"(o eletto o messia), non è mai stata risolta con assoluta precisione. Si presume che tale data vada ricompresa tra il 6 a.C. ed il 4 a.C.. Considerando corretto il computo dei tempi indicato nei vangeli canonici tale date porterebbero ad una data di morte di Gesù da posizionarsi verso il 30 d.C., che sembra corrispondere ai dati storici indipendenti a nostra disposizione (pur considerando le pesanti falsificazioni, alterazioni e distruzioni di documenti messe in atto da parte della chiesa cattolica vincente).
Resta pesante il dubbio sulla effettiva correlazione tra un soggetto persona fisica, ebreo irridentista, condannato e giustiziato dai Romani (kittim) per sedizione, la cui predicazione era diretta soltanto agli ebrei (se pure tale individuo è mai esistito) e la figura mitica del Salvatore, della quale rare tracce cominciano a trovarsi soltanto dopo il 100 d.C. e che appare formalizzata soltanto nel 3°/4° secolo.
I vangeli sinottici (compreso quello di Giovanni), pur derivando tutti, secondo l'opinione prevalente degli studiosi, dalla fonte "Q", presentano discrepanze significative nei tempi e nei luoghi che fanno ipotizzare l'imposizione di una trama approssimativa (di un racconto breve di vita) su di un corpus di aforismi, parabole e precetti morali preesistente e ricollegato a matrici gnostiche ed ellenistiche.
Le penose traduzioni dei cosiddetti "testi sacri" che ci vengono presentate dal Canone (più volte ridicolmente rivisto in questi venti secoli) confermano dubbi interpretativi che avrebbero consentito una qualsiasi vita alle migliaia di "eretici" bruciati in nome di un Dio con il quale, personalmente, non andrei a cena o non scambierei una stretta di mano.