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VENTI SECOLI DI PAPATO

La supremazia papale (1° vaticano)

(le immagini del testo sono in parte originali ed in parte tratte dai testi citati in bibliografia)

La data scelta per l'apertura del Primo Concilio Vaticano nel 1869 fu l'8 dicembre, l'anniversario della purissima definizione papale dell'immacolata concezione.

In accordo con PASTOR AETERNUS, la decretazione più importante del Concilio fu che il papa non è soltanto un mero supervisore e/o amministratore della Chiesa. Egli possiede "piena e suprema giurisdizione della Chiesa in quelle materie che concernono la disciplina e la direzione della Chiesa sparsa nel mondo". Il potere del papa è assoluto e si estende dappertutto.

Il Concilio affermò questa cazzata sostenendo di riferirsi a quanto testimoniato da tutte le Sacre Scritture e aderendo a quanto sostenuto sia dai pontefici precedenti sia dai Concili precedenti.

Tristemente il Concilio ha deciso il falso. Non ci sono precedenti che testimonino espressamente in tale senso, anzi, le testimonianze più significative sono decisamente contrarie. IN molteplici occasioni i Concili hanno affermato la propria superiorità rispetto ad un soggetto che non è storicamente nemmeno più qualificato dei vescovi di altre località (ricordiamoci che il papa è solo il vescovo di Roma).

Gli unici otto concili tenuti dalla Chiesa unita non vennero mai convocati dal vescovo di Roma. A Nicea, nel 325, convocato dall'imperatore, al canone 6 si stabilisce che tutte le diocesi mantengano i propri diritti intatti. Nel concilio di Costantinopoli (381) a Roma viene affiancata , come pari grado, Costantinopoli. La cosa si ripete nel 451 (Calcedonia). La cosa vale anche per le scritture, in nessuna di esse si trovano giustificazioni alla idiota decisione, che ha solo carattere di puro esercizio di potere politico.

Discorso simile può tranquillamente essere fatto in relazione alla infallibilità papale, ufficialmente inesistente sino al 1870. Prima di quella data la nozione di qualche cattolico , di trarre la propria fede in Dio, Gesù e la Chiesa dal papa era da considerarsi errata. La Chiesa non ha mai richiesto l'infallibilità papale per la fede cristiana.

Secondo Vaticano I° il papa è infallibile quando parla ex cathedra. Sembrerebbe più corretto dire che il papa è fallibile, salvo quando parla ex cathedra, e non parla quasi mai in tale contesto. Giovanni XXIII disse di non essere assolutamente infallibile e che lo sarebbe stato solo se avesse parlato ex cathedra, cosa che non intendeva assolutamente fare mai.

Questa posizione è ben puntualizzata da un vescovo conciliare che che affermò: dire "il papa è infallibile" è un po' come dire "il signor X è un ubriacone perché una volta ha bevuto"; o peggio "il signor X è un ubriacone perché il suo bisbisbisnonno una volta aveva bevuto".

L'infallibilità papale non è stata in grado di illuminare o risolvere alcun problema reale della Chiesa o della fede, tanto è vero che l'infallibilità papale è stata esercitata soltanto su questioni di per se cretine e senza basi documentali (immacolata concezione, assunzione in Cielo di Maria in carne e spirito).

Insomma sono anche un pò vigliaccucci questi pontefici (in generale dico), perché non risolvono (vogliono risolvere) nulla di sostanziale con la loro "presunta" infallibilità. L'infallibilità sembra insomma essere in relazione più stretta con il potere piuttosto che con la verità.

Poco dopo Vaticano I , Civiltà Cattolica riportò un sermone di Pio IX° nel quale si lamentava di numerosi maliziosi errori relativi all'infallibilità. Il più grave era quello che concerneva il diritto del papa di deporre i sovrani e dichiarare i loro sudditi liberi da obbligazioni. Con un discorso circonvoluto e confuso affermò che questo diritto non aveva nulla a che fare con l'infallibilità. Era questione di autorità, quell'autorità che derivava dalla riverenza accordata al papa dalle nazioni cristiane per comune decisione.

Provenendo da Pio , dopo Vaticano I, la cosa è rimarcabile. Quasi ogni papa dopo Gregorio VII° ha sostenuto di avere ricevuto da DIO il potere di deporre i sovrani, che il papa regna anche in terra al posto di Dio, mentre nessu papa ha mai sostenuto di avere ricevuto tale potere dalla comunità delle nazioni cristiane. Uno storico del diciottesimo secolo contò oltre 95 pontefici che affermavano di avere il divino potere di deporre i sovrani. Tutte le loro giustificazioni erano basate, malamente bisogna dire, sulle sacre scritture.

Qualunque altra istituzione , fronteggiando una tale sommatoria di evidenze storiche, direbbe: i nostri predecessori sbagliarono, lessero male i vangeli. I papi erravano quando deponevano imperatori su imperatori. Sfortunatamente l'infallibilità papale tende a relegare la storia in un angolo poco illuminato della grande stanza della teologia.

 

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