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IL
Papato Pag.10bis
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VENTI SECOLI DI PAPATO
Due parole sulle crociate
(le immagini del testo sono in parte originali ed in parte tratte dai testi citati in bibliografia)
Senza perderci troppo tempo (ci vorrebbero molti volumi) credo sia opportuno un breve intermezzo sulle crociate.
Precisato che sulle "ragioni" di questa tragica farsa gli storici e gli studiosi hanno sprecato e speso motivazioni spirituali come bruscolini, risulta utile chiarire che dette cause ideali hanno senso solo se riferite ad una ridotta quota dei disgraziati che vi presero parte e che per la maggior parte dei "nobili", dei "profeti"e dei "pontefici" le ragioni avevano caratteri assai più pragmatici di conquista materiale, arricchimento e/o politica raligiosa o laica che fosse.
Indicativo è già di per se il fatto che i cosiddetti
luoghi santi si trovassero nelle mani degli "infedeli" dal 610 d.C.,
e che il trattamento riservato ai cristiani sotto i persiani e poi i selgiucidi
(le popolazioni nomadi della steppa russo-kirghisa che, preso il nome dal loro
capo Selgiuk e convertitesi all'islam, noi oggi conosciamo come turchi) era
di gran lunga migliore di quello riservato loro in tutte le altre località
(compreso lo stato pontificio).
Dice Hans Eberhard Mayer nella sua "Storia delle crociate", 1965,
"non è dimostrabile che i turchi opprimessero i cristiani orientali,
come hanno sostenuto fonti occidentali e, a quanto pare, Urbano II a Clermont.
Nei territori occupati i cristiani locali venivano trattati semplicemente secondo
il tradizionale costume islamico, erano cioè una minoranza soggetta,
ma protetta dalle leggi islamiche,.....E' altrsì significativo che in
Occidente non giungesse nemmeno un'invocazione d'aiuto da parte dei Cristiani
d'Oriente. Quando perciò Urbano II e la propaganda crociata mettono l'accento
sulla persecuzione da essi subita, lo fanno o per ignoranza della situazione
reale o per suscitare in Europa determinati risentimenti."
E' assai probabile che i grandi movimenti di masse ( come quello già
citato dei "turchi", o quello dei nor(d)manni , che combatterono con
tutti e per tutti e sotto nomi diversi [normanni sono i "variaghi"
che, giunti in russia le diedero il loro nome "rus"-land = terra dei
rus, nel passaggio verso sud-est, così come normanni sono gli scandinavi
che sconvolsero l'assetto politico europeo conquistando inghilterra, normandia
e italia meridionale]), abbiano contribuito a destabilizzare un'europa che trovò
poi nelle crociate una sorta di equilibrio folle.
Qui è bene io faccia una precisazione:
ho ricevuto una gentile, ma severa, reprimenda da Aldo C. Marturano, grande
medievalista, specialista del medioevo russo, che mi ha fatto rilevare una mia
certa superficialità. Nella sostanza, vista la genericità e la
sostanziale correttezza del mio cenno ai variaghi, non intendo cambiare il mio
scritto, ma gli devo dare atto di avermi fatto scoprire una notevole serie di
idee preconcette che contribuiscono a confondere gli studiosi occidentali del
mondo medievale. Questioni come la distruzione delle foreste, la provenienza
ed il commercio di merci pregiate, l'influenza di importanti personaggi di origine
russa non possono essere sottovalutate e permettono una visione assai più
chiara degli eventi. Mi sento quindi obbligato a suggerire, a coloro che volessero
approndire l'influenza dei popoli del nord, una visita al sito http://www.mondimedievali.net/medioevorusso/indice.htm
Grazie Aldo.
Certo è che le cause addotte da Urbano II nel suo discorso a Clermont
il 27 novembre del 1095 hanno connotazioni ufficiali quasi ridicole e certamente
irreali (tiramento di barba di religioso, violenza a badessa, maltrattamento
di cristiani vari, episodi peraltro di trent'anni antecedenti), che nascondono
maluccio l'intendimento reale di ripristinare un'ipotetico controllo pontificale
sugli scismatici ortodossi di Michele Cerulario (ed anche quì va detto
che solo una povera testa di cazzo presuntuosa come Leone IX poteva pensare
di scomunicare un pari grado in casa sua e sul suo altare [sto parlando del
patriarca costantinopoliano Michele Cerulario, scomunicato il 16 luglio del
1054 per futili motivi nella sua chiesa di Santa Sofia, a Costantinopoli, una
volta Bisanzio , dal suo leggendario fondatore Byzas, poi Costantinopoli, la
città di Costantino, e poi addirittura "La Città", Istambul,
dal greco "eis thn polin"] anche se all'epoca
tutti scomunicavano tutti) e la motivazione politica (la richiesta di aiuto
per l'Anatolia dell'imperatore Alessio, che venne dai suoi legati presenti al
concilio di Piacenza del marzo 1095 abilmente mascherata con il riferimento
alla salvezza di Gerusalemme [se avesse avuto idea delle conseguenza si sarebbe
tagliato la lingua]).
Naturalmente la prima crociata non è la prima. La crociata del popolo la precedette di un annetto e comportò una tale caterva di morti, quasi tutti cristiani, da fare rabbrividire persino i cronisti dell'epoca, che pure dovevano esserci abituati. Tra Pietro l'Eremita e Gualtiero Sans-Avoir (la doppia crociata del popolo) , Volkmar , Gottschalk ed Emich di Leinigen (la tripla crociata tedesca, mirata essenzialmente alla strage degli innocentissimi ebrei) quest'aborto di "crociata" multipla produsse oltre centomila morti tra crociati, innocenti cristiani, innocenti infedeli ed innocenti ebrei (gli unici non innocenti erano i crociati).
La prima crociata dunque, istigata da un papetto ambizioso
e guidata da una manica di arrivisti deficienti, condottieri da burletta e pagliacci
vari inizia nel'ottobre del 1095 (cinque armate di diversa provenienza, che
seguirono percorsi diversi e produssero molteplici danni) e termina "ufficialmente"
nel luglio del 1099, con la conquista di Gerusalemme ed un buon mezzo milione
di cadaveri, anche questi quasi tutti innocenti con esclusione dei crociati.
Tanto per fornire qualche relazione dell'epoca mi permetto alcune citazioni:
Guibert
de Nogent, cronista, con riferimento a Semlin (cristiana, Ungheria, crociata
del popolo)"In preda a nefando furore appiccarono [i crociati] il fuoco
ai granai pubblici, rapirono le fanciulle per usare loro violenza, profanarono
il matrimonio col sottrarre ai mariti le mogli, strapparono o bruciacchiarono
la barba all'ospite. Nessuno pensò più a comprare le cose di cui
abbisognava: ciascuno viveva alla bell'e meglio di omicidio e rapina..."
Anna, figlia dell'imperatore Alessio, con riferimento alla strage di Civetot-Drakon
(20.000 morti per idiozia):"Le ossa formavano un mucchio immane, anzi un'altura,
una collina, un rilievo di considerevole superficie. Esseri umani della stessa
razza dei barbari massacrati (franchi) costruirono mura simili a quelle di una
città riempiendo gli spazi intermedi, anziché con malta, con le
ossa dei morti e fecero di tale città, in un certo senso, la loro tomba..."
Pietro di Cluny (crociata dei tedeschi):"Che vale cercare e combattere
i nemici della religione cristiana in remoti paesi, quando i dissoluti ed empi
ebrei, ben più malvagi dei saraceni, non in terre lontane, bensì
[qui] in mezzo a noi, altrettanto sfrenatamente e sfacciatamente profanano,
calpestano, dileggiano impuniti il cristianesimo ed ogni sacramento cristiano?...".
Stessa crociata, Eliezer ben Nathan, ebreo di Magonza (migliaia di morti), nel
suo "ragguaglio delle sciagure dell'anno 4856 [1096]": "...molte
e gravi sofferenze ci colpirono, quali dalla sua fondazione mai s'erano avute
in questo regno...Poiché uomini insolenti, un popolo straniero, una schiera
feroce ed orrenda di franchi e alemanni di ogni risma, si mossero nell'intento
di recarsi alla città santa [Jerusalem]...per cacciarne gli ismaeliti...E
quando durante il viaggio attraversarono città abitate da ebrei così
dicevano '...qui ci sono gli ebrei che l'hanno ucciso e crocifisso[gesù]...lasciateci
prima prendere vendetta su di loro fino allo sterminio totale...'.
Testimonianza oculare nell'assedio di Gerusalemme:"I nostri li inseguirono
dappresso, uccidendoli a forza di fendenti, sino al tempio di Salomone, dove
fecero un tal massacro da sguazzare ne sangue sino alle caviglie...E dopo che
ebbero abbattuto tutti i misceredenti, assalirono nel Tempio una folla di uomini
e donne, uccidendo o risprmiando la vita a piacimento".
Raimond d'Agiles (stesso assedio, da 60 a 100.000 morti):"E furono cose
mirabili a vedersi, innumerevoli saraceni finirono decapitati...,altri uccisi
con le frecce, altri scaraventati dai merli delle torri, altri ancora torturati
per giorni e quindi consegnati alle fiamme. Le strade erano coperte di mucchi
di teste, mani e piedi mozzati, e ovunque bisognava aprirsi un varco tra cavalli
morti e cadaveri umani."
L'arcivescovo Guglielmo di Tiro (stesso massacro): "La città offriva
lo spettacolo di un tale eccidio, d'un tale bagno di sangue nemico, che i vincitori
stessi se ne ritirarono inorriditi e nauseati."
Altro cronista, stesso episodio: "Nessuno ha mai veduto né udito
di un tale massacro tra la gente pagana....Quindi, felici e piangendo di gioia,
i nostri si recarono a venerare la tomba del Salvatore, assolvendovi il loro
debito di riconoscenza. Il giorno seguente, salirono poi sul tetto del Tempio,
acciuffarono i saraceni, uomini e donne, e , estratta la spada, mozzarono loro
il capo".
A parte il compiacimento un po' morboso dei cronisti, è da osservare che Urbano II morì il 29 luglio 1099, due settimane dopo la conquista di Gerusalemme ma prima che la notizia avesse il tempo di giungere a Roma.
Buffo ,no?
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