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IL Papato Pag.35
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VENTI SECOLI DI PAPATO
Le posizioni di Gregorio e degli altri
(le immagini del testo sono in parte originali ed in parte tratte dai testi citati in bibliografia)
Gregorio il Grande, che regnò dal 590 al 604 d.C. , fu una delle meraviglie della sua epoca. Solo Leone I (440-61) poteva rivaleggiare con lui come teologo e vescovo pastorale.
Gregorio era di media altezza con un'enorme testa calva (teschio che molte città - Costanza, Praga, Lisbona, Sens - dichiararono di possedere come reliquia) . Aveva la fronte alta e piccoli occhietti giallo/marroni. Naso aquilino con grandi narici e labbra larghe e carnose. Di nobile famiglia senatoriale aveva deciso fin da piccolo di fare il monaco. Era di cattiva salute ed aveva peggiorato ulteriormente la sua qualità di vita mangiando male e bevendo peggio (importava direttamente da Alessandria il "cognidium", vino insaporito con resine), beccandosi la gotta (dolorosissima) e una digestione disastrosa.
Egli fu uno dei primi pontefici ad approvare ufficialmente l'opera di Agostino, condannando i rapporti sessuali non solo durante la gravidanza ma anche nel periodo dell'allattamento.
Secondo Gregorio, dopo che un uomo ha dormito con sua moglie, non può nemmeno entrare in una chiesa prima di essersi lavato e di aver fatto debita penitenza, poiché la sua volontà rimane contaminata. Il Matrimonio non è di per se peccaminoso, ma il sesso tra i coniugi lo è sempre . In accordo con Agostino, Gregorio collegò strettamente sesso e peccato originale.
Il peccato originale è la corruzione innata dell'anima ed assume la forma del desiderio o della concupiscenza, la ribellione della carne contro lo spirito. A causa del peccato di Adamo tutta l'umanità è sporca e dannata ed è come se Adamo, il primo uomo, avesse contratto una malattia ereditaria che porta irrevocabilmente alla morte. Della colpa di Adamo tutta l'umanità è responsabile ed in Adamo tutti noi abbiamo peccato.
Questo significa che noi nasciamo nel peccato e dal peccato le nostre anime sono inquinate sino dalla nascita.
Il problema che tale colpa viene lavata via dal battesimo (e quindi non dovrebbe essere trasmessa ai figli da due genitori "purificati" dal sacramento) viene risolto da Gregorio rilevando che la procreazione avviene per il tramite di un atto "sessuale", prodotto della lussuria, e quindi "in se" peccaminoso. Se i bambini muoiono non battezzati essi sono condannati ad un eterno tormento , colpevoli solo di essere nati.
E ricordiamo che i pagani (tutti ed indiscriminatamente) se ne vanno tranquillamente all'Inferno senza scampo alcuno (a queste condizioni li seguo anch'io volentieri. Forse Memnoch aveva qualche ragione a ribellarsi).
L'ottica di Gregorio non è poi tanto lontana o dimenticata nel tempo. Se si riesamina il canone 747 del Codice ecclesiastico del 1917 (non riportato nel codice revisionato del 1983, ma che tuttavia ancora determina i comportamenti pratici dei moralisti) si legge che se esiste pericolo di morte del bambino nel grembo della madre, esso deve essere battezzato prima della nascita (magari frugando nell'utero con una siringa piena d'acqua santa [metodo consigliato]). Sembra un'idea tristemente satirica nata dalla fertile fantasia di Swift. Nella visione di Gregorio solo Gesù nasce incorrotto, in quanto "non frutto" di una congiunzione carnale. Naturalmente , au contraire, la povera Madonna non è , per Gregorio, ne immacolata, ne pura (tanto per contraddire i suoi successori).
In considerazione dell'infallibilità papale viene da chiedersi perchè mai Paolo VI, scrivendo Humanae Vitae, non si sia appoggiato anche alle terrificanti tesi di Gregorio, oltre che a quelle di Pio XI e PioXII. Perchè questi ultimi si ed il Grande Gregorio, sicuramente uno dei cinque o sei papi più importanti nella storia della Chiesa, no?
La verità è che l'nsegnamento religioso degli ultimi papi contraddice in più punti la dottrina precedentemente seguita, producendo dal punto di vista logico una serie di prescrizioni prive di coerenza interna (che invece era perseguita dagli antichi teologi).
Le tesi di Gregorio governano tutto il medioevo e , nel Malleus Maleficarum, Sprenger e Kramer palesano una salda credenza che il sesso sia la porta d'ingresso di Satana nel mondo materiale. Le idiote opinioni di Capello, Genicot ed altri in ordine alla differente qualità di peccaminosità inerente agli atti sessuali non portati a compimento rappresentano solo l'incapacità da parte di ciechi dalla nascita di pontificare sul colore dei quadri.
Nel 1930 la Casti Connubii di Pio XI contraddice tutto quanto precedentemente sostenuto da tutti i papi che lo hanno preceduto, attribuendo al matrimonio "fini secondari" (aiuto reciproco, amore reciproco, lenire la cincupiscenza) e dimeticando che tutto quanto non sia diretto alla procreazione ed ogni altro fine aggiunto alla medesima procrazione , secondo la costante tradizione cristiana, costituisce peccato mortale. Questa è stata la costante ininterrotta tradizione cristiana. Persino Innocenzo XI (1676-89) decretò solennemente che fare sesso solo per il piacere (lenire la concupiscenza, amore reciproco) è peccato.
Secondo questa dottrina fare l'amore con la propria moglie incinta o sterile o in menopausa costituisce un peccato mortale senza possibilità di scampo.
Pio XI modifica strutturalmente la faccenda, affermando nella sostanza che posto che vi sia penetrazione ed inseminazione, diventa irrilevante lo stato del coniuge. Non importa cioè la condizione sostanziale dei soggetti in discorso (se siano sterili, in menopausa, in andropausa, incinti, etc.etc.). L'importante è che non adottino pratiche contraccettive e che l'atto sessuale si definisca in una penetrazione con inseminazione. L'atto, in questi termini e per Pio, appare quasi virtuoso.
Naturalmente quando Vaticano II rifiutò di usare la distinzione tra fini primari e secondari del matrimonio fece una cosa saggia, perché il tentativo di Pio di sostituire una regola morale con una partica descrizione dell'atto lecito rendeva assolutamente impossibile uscire dal dilemma costituito dalla contraccezione.
La nuova moralità imposta dalla Casti Connubii e dalla HUmanae Vitae (da ultimo anche dalla pressochè ridicola Evangelium Vitae) appare priva di coerenza logica e morale , rimanendo inaccettabile come e quanto l'insegnamento tradizionale ma senza averne l'ideale giustificazione. Il tentativo, pur lodevole, di permettere (Pio XII, 1940) agli sposi la sperimentazione del piacere e della felicità nel corpo e nell'anima (senza però comprendere come l'atto sessuale sia un atto d'amore, anzi, l'Atto dell'amore reciproco) rende impossibile produrre un ragionamento logico che permetta di prevedere in astratto quali siano o debbano essere i comportamenti leciti e quelli proibiti. Le varie concessioni (vedasi quella del 1951, Pio XII, relativa alla assoluta liceità del metodo Ogino-Knaus) non hanno fatto che rendere più complesse (e più meccaniche, se pensiamo ai termometri, alle misurazioni, etc.etc) le problematiche dei fedeli legate al sesso.
D'altra parte l'orrore di un Dio che condanna incolpevoli bambini ed ignari adulti ad un Inferno mostruoso solo perché non battezzati non può essere eguagliato da alcuna azione umana, per quanto terrficante. Sarei propenso a valutare Hitler ed Attila come dei patetici dilettanti di fronte alle crudeltà attribuite dai nostri gentili teologi al Dio padre di nostro Signore Gesù Cristo.
Di fatto nemmeno il Demonio appare così crudele.
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