20/10/2002 |
misteriosi procuratori
E' uno strano periodo e, forse, devo attribuire anche alle buone probabilità di levarmi presto dai piedi (io) quell'irritazione permanente che la nostra Giustizia continua a procurarmi.
Magari mi
fa incazzare l'idea di lasciare i miei disgraziati familiari in balìa
di una banda di dementi, che antepongono ai concetti di giustizia equa i loro
personali interessi giudiziari (nel senso di carriera) e la lotta politica.
Assisto alla tv ad alcune fasi del processo Marta Russo.
Ascolto, stupefatto, un procuratore della Repubblica attribuire specifiche responsabilità
criminali al Diavolo (peraltro persona degnissima e, probabilmente, affatto
interessata a spedire l'anima innocente di una brava e disgraziata ragazza presso
il suo divino contraltare. Esamino, da telespettatore, le testimonianze dei
diversi soggetti (c'è in ballo Ferraro) ed osservo l'ansiosa preoccupazione
con la quale i due strambi procuratori interrogano e seguono i racconti dei
loro stessi testimoni, ciascuno dei quali, nel proprio racconto, non perde occasione
di far rilevare come in alcun modo le loro testimonianze siano state forzate
(e mi domando se sono stupido io oppure il video della Signora Alletto sia stata
un'immagine virtuale). Non me ne importa un tubo di Ferraro e di Scattone. Mi
dispiace per Marta, questo sì, ma mi vergognerei a condannare qualcuno
sui presupposti incongrui e confusi che mi vengono proposti, sulla base di perizie
vaghe, inconcludenti e non determinanti. Richiamandomi a tabulati telefonici
incerti e senza avere a disposizione l'arma del delitto.
Ascolto
la Bocassini chiedere tredici anni per quell'antipatico di Previti e mi sembra
che la scala dei miei valori vada a puttane! Sarà anche uno stronzo,
ma le prove sono confuse ed il disgraziano non ha mica ammazzato qualcuno. Anche
questa è una folle esagerazione che nuoce alla Giustizia con la G maiuscola.
Cosa devo pensare? si tratta di un reato per il quale, di norma e con tutti
gli annessi e connessi, non si assegnano e non si chiedono più di cinque
anni (spesso ridotti a quantità detentive che non vengono nemmeno materialmente
scontate).
Mi leggo il documento dei 150 professori sulla proposta Legge Cirami (ce n'è
anche per i giuristi) e mi chiedo con quale criterio questi tizi insegnano all'università
(ma me lo domando anche per molti professori di medie e liceo). Mi chiedo se
Cereti era un coglione e se uno dei pochi esami in cui ho preso un trenta l'ho
davvero studiato ed imparato bene. Il vecchio professore mi aveva raccomandato
di riguardarmi i lavori della Costituente e ho la netta impressione (pur comprendendo
che i tempi sono cambiati) che dei 150 strani personaggi nemmeno uno sia andato
a riesaminare discussioni e ragioni che hanno determinato la stesura degli articoli
che costituirebbero fonte di incostituzionalità della legge in questione.
E poi a che titolo? con quali criteri? sulla base di quali tesi giuridiche?
Uno studioso di diritto (o anche un gruppo di studiosi) esamina una questione,
la seziona, ne osserva aspetti e conseguenze astratte e concrete e ci scrive
una "tesi", un articolo che può venire discusso, controbattuto,
contraddetto o condiviso da altri esperti del settore. In tutti gli altri casi
la faccenda diventa politica e perde la sua connotazione di indifferenza e di
realismo che la rende neutra rispetto alle posizioni ideologiche.
So bene che non si può prescindere dalle proprie idee e dalla propria naturale faziosità. Ma è appunto questa la questione ed è per questo che tesi, posizioni, interpretazioni, che "dovrebbero" avere connotazioni scientifiche, richiedono specifici metodi espositivi e non altri.
Dovessi
concludere qui direi che stiamo diventando sempre più stronzi, e non
nel senso cattivo della parola. Superficiali, periferici, servi di una sorta
di esposizione mediatica e di un interventismo politico che confonde professionalità,
competenza ed ideologia. Che conduce un deficiente come Cofferati, con il suo
socio/sostituto Epifani, a proporre e condurre uno sciopero inutile il cui unico
risultato è stato quello di spezzare, forse per molto tempo, quell'unità
sindacale così preziosa e così faticosamente raggiunta.
Un costoso buco nell'acqua, forse utile solo al futuro del pirellidipendente.
Bugie, manipolazioni, scandali, squallide menzogne e orribili fatti corruttivi (di norma in circostanze tragiche e mortali per molti esseri umani) ci sono sempre state, ma qui sembra che il cretinismo sia re e l'idiozia pretestuosa la sua amata consorte.
Sono sempre più preoccupato, e non per il Cancro. Almeno di lui sono ragionevolmente certo che mi ucciderà.
opinioni
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