27/11/2001 |
terzo potere...!?
Leggo le righe relative all'intervento del presidente della seconda sezione civile della Corte d'Appello di Torino relative a tale Bertagna e sento di nuovo quella spiacevole sensazione d'impotenza che molte sentenze e molte "estrinsecazioni" in passato mi hanno fatto provare.
E' una questione che non avrei desiderato toccare, ma tanto vale....Il nostro sistema giudiziario non è peggiore di altri ma è suscettibile di grandi miglioramenti e, a questo scopo, non possono essere chiamati in causa cittadini o avvocati. La divisione delle carriere costituisce oramai un dovere civile non disattendibile. In una società che vuole essere civile non è lecito nemmeno supporre o ipotizzare commistioni tra magistrato inquirente e magistrato giudicante. Così come non è lecito ammettere disparità tra le parti in qualunque momento dell'evento giuridico. Politici, governanti e giudici, inquirenti e giudicanti, sono servi del cittadino e non padroni. Per quanto il loro compito sia impegnativo e difficile non possono permettersi di dimenticare questà loro drammatica qualità: sono servi.
Come a tutti i servi (tra i quali, è bene ricordarlo, possiamo includere buona parte dei lavoratori) anche a loro deve poter essere richiesto di pagare lo scotto degli errori commessi in buona o cattiva fede, con o senza colpa o dolo ed in misure differenziate.
La ridicola legge che prevedeva una qualche responsabilità dei magistrati (votata e passata appositamente dal parlamento, se non ricordo male, per affossare un referendum che tale responsabilità prevedeva) ha prodotto zero risultati. E magistrati hanno continuato imperterriti ad emanare sentenze pagliaccesche e irrispettose delle norme e del diritto, che regolarmente risultano rovesciate o cassate nei successivi gradi di giudizio (non pochi magistrati sembrano ricordare ancora i loro studi ed i loro doveri). Le sanzioni ed i provvedimenti assunti dal C.S.M. nei confronti di rari magistrati hanno i caratteri della risibilità e della inutilità.
Accusare l'avvocatura della lentezza processuale, così come incolpare il cittadino per la sua "pervicace" insistenza nel voler difendere la propria innocenza o il proprio diritto, appare ridicolo e risibile come e più di una battuta d'avanspettacolo, soprattutto quando espressa da soggetti che risultano spesso introvabili ed il cui orario lavorativo effettivo (fatti salvi alcuni) non supera le venti/trenta ore settimanali. Mi secca prendermi questa iattura/briga (parlar di giudici), avendone alcuni in famiglia che stimo e rispetto, ma ne ho sperimentati troppi nel corso della professione (commercialista) che preferirei non aver conosciuto e che non desidero frequentare (nel mio caso possono essere felici. Sono in buona compagnia, visto che anche con dio preferirei non uscire a cena).
Senza affibbiare responsabilità a mezzi e strumenti che giudico più utili che dannosi, temo che in parte anche l'invidia per le stelle della tv, artisti o politici che siano, abbia interferito in un processo di degenerazione che ha condotto i nostri magistrati a ritenersi poco meno che onnipotenti ed intoccabili, erroneamente interpretando il moderno concetto di "visibilità".
Anche Taormina mi è antipatico: sembra supponente, presuntuoso e spesso risulta ineducato. Ma condivido molte delle sue perplessità e dei suoi dubbi, mentre non mi sento di condividere alcuna delle stupide ed improprie difese di Borrelli e Gennaro, che pure appaiono molto più simpatici e mi sembrano persone per bene.
D'altra parte questa è la mia esperienza e la si può condividere o meno a proprio piacimento.
opinioni
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