28/09/2000 |
altre
vergogne
Sono iscritto a molte mailing list e ricevo spesso comunicazioni varie. La maggior parte sono di carattere scientifico ma , talvolta, toccano nervi scoperti e sensibili che mi costringono a pensare ed a fare quel poco che posso.
Quella che segue l'ho ricevuta oggi da una mailing medica. L'ho letta e riletta ed ora ve la sottopongo qui di seguito:
Care
amiche/cari amici, per favore non ignorate questo messaggio.
Tratta di qualcosa che noi tutti, uomini e donne, dobbiamo affrontare. Non so
se questa iniziativa servirà a qualcosa ma spendi tre minuti della tua vita
per fare la tua parte.
Madhu, il governo dell'Afghanistan, ha scatenato una guerra contro le donne.
Da quando i Talibani hanno preso il potere nel 1996, le donne hanno dovuto portare
il burqua e sono state picchiate e lapidate in pubblico perche' non portavano
gli abiti dovuti, anche se questo significava semplicemente non coprire gli
occhi con nella maniera dovuta. Una donna e' stata picchiata a morte da una
folla di fondamentalisti irati per aver mostrato casualmente un braccio mentre
guidava.
Un'altra e' stata lapidata a morte per aver cercato di lasciare il paese con
un uomo con cui non era imparentata.
Le donne non hanno il permesso di lavorare e nemmeno di uscire all'aperto in
pubblico senza un parente maschio; professioniste come docenti, traduttrici,
dottoresse, avvocatesse, artiste e scrittrici sono state costrette a lasciare
il lavoro e chiuse nelle loro case.
Le abitazioni in cui e' presente una donna devono avere le finestre oscurate
con la vernice in modo che non sia vista dall'esterno.
Devono portare calzature silenziose in modo da non essere mai sentite. Le donne
vivono temendo per la loro vita che potrebbero perdere per la minima infrazione.
Dato che non possono lavorare, coloro che non hanno parenti maschi o marito
muoiono di fame o elemosinano nelle strade, anche se in possesso di laurea.
La depressione sta diventando cosi'diffusa da raggiungere livelli di emergenza.
Non c'e'modo, in una societa' retta a tal punto dalla legge islamica,di conoscere
la percentuale di suicidi con sicurezza, ma chi lavora nel paese stima che la
percentuale di suicidi fra le donne - che non possono trovare cure adatte per
la loro profonda depressione e si toglierebbero la vita pur di non vivere in
quelle condizioni - sia aumentata significativamente.
Le cure mediche per le donne sono quasi del tutto assenti. In uno dei rari ospedali
per donne un giornalista ha trovato sui letti corpi immobili, quasi del tutto
privi di vita, avvolti nei burqua, privi della voglia di parlare, mangiare o
fare altro, a consumarsi lentamente.
Altre donne sono impazzite e sono state viste rannicchiate in un angolo, a dondolarsi
di continuo o in lacrime, la maggior parte di loro terrorizzate. Un dottore
ha considerato l'idea, una volta esaurite le poche medicine disponibili, di
lasciare queste donne di fronte alla residenza presidenziale per protesta.
Siamo al punto in cui l'espressione "violazioni dei diritti umani" e' adeguata
a descrivere la realta'. I mariti hanno potere di vita e di morte sulle loro
parenti donne, in particolare sulle loro mogli, ma la folla impazzita ha altrettanto
diritto di lapidare o picchiare una donna, spesso fino alla morte, per aver
esposto pochi centimetri di pelle o nell'idea di aver ricevuto una incomprensibile
offesa. Le donne hanno goduto di una relativa liberta', della possibilita' di
lavorare, di vestire piu' o meno come volevano, potevano guidare e apparire
in pubblico da sole fino al 1996.
La velocita' della transizione e' la principale ragione della depressione e
dei suicidi; donne che erano educatrici o medici, o semplicemente abituate alle
piu' elementari liberta' sono ora duramente limitate e trattate come esseri
subumani nel nome del fondamentalismo islamico. Non si tratta della loro tradizione
o "culture", ma di qualcosa di estraneo, ed e' estremo anche per quelle culture
dove il fondamentalismo e' la regola.
Chiunque ha il diritto ad una vita umanamente tollerabile, anche se donna in
un paese musulmano. Se possiamo minacciare l'uso della forza militare nel Kosovo
nel nome dei diritti umani, in favore dell'etnia albanese, i cittadini del mondo
possono certamente mostrare in maniera pacifica la loro rabbia per l'oppressione,
gli omicidi e le ingiustizie commesse contro le donne dai Talibani.
RICHIESTA: Nel firmare questa petizione, concordiamo nel considerare l'attuale
trattamento delle donne in Afghanistan totalmente INACCETTABILE e meritevole
di un'azione da parte delle Nazioni Unite. La situazione in Afghanistan non
sara' tollerata. I diritti delle donne non sono in alcun posto un problema secondario
ed e' NACCETTABILE per le donne nel 2000 essere trattate come subumani e come
una proprieta'. L'eguaglianza e la decenza umana sono un DIRITTO non una liberta',
che uno viva in Afghanistan o altrove.
Seguono firme.
Il messaggio è firmato da un centinaio di medici, colleghi ed amici.
Credo di non avere molta scelta. Lo firmo, lo sottoscrivo e per di più lo pubblico, facendolo mio.
Sono anni che critico i fondamentalismi. Sono anni che me la prendo con religioni schiaviste ed illiberali. Ho persino pubblicato siti sulla donna, sul nazismo e sul papato.
Ci mancherebbe ancora che, con poco da vivere, mi tirassi indietro.
Lo devo alle donne di tutte le nazioni, come lo devo ai bambini ed ai più deboli ed indifesi.
opinioni
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