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13/10/2000


italian journalism

Internet è davvero un bello scherzo! un bello scherzo soprattutto per la categoria dei nostri "informatori" professionali.

Credo che diamo tutti per scontato che la categoria dei giornalisti sia , per così dire, "di parte". Ferrara sosteneva con qualche ragione che un buon giornalista "doveva" essere dichiaratamente fazioso, non per quanto riguarda i fatti nudi e crudi, ma per quanto riguarda l'interpretazione degli stessi.

La Rete è però assai strana. Mette a disposizione un mucchio di informazioni e si tratta di informazioni "veramente" parziali. Quello che voglio dire è che il nostro giornalismo, quando ha bisogno di documentare un evento in uno stato estero, usufruisce dei contatti "formali", di soggetti che, istituzionalmente o per personale (anche ideologico) interesse, sono quasi ufficialmente deputati a fornire notizie, indicazioni, infomazioni, insomma a fare da guide. E questo è un grosso problema. Noi non sappiamo mai che cosa si dicono tra di loro gli arabi, i serbi, gli afghanistani. Noi non sappiamo quasi un cazzo! Soltanto quello che ci vogliono (giornalisti e stranieri) far conoscere.

Le curiosità che Ti puoi levare con il web sono molte. Tra le altre , grazie al fatto che molti siti arabi, russi, serbi, giapponesi e africani sono scritti sia in inglese sia nella lingua locale, vieni a scoprire che gli arabi si raccontano tra loro , relativamente alla questione del trattamento da schiave riservato alle loro donne (con la proibizione di lavorare, di eguali diritti, di vestirsi liberamente, di scegliersi vita e marito) , letteralmente quanto segue: " Esaminando e studiando l'attuale situazione noi (studiosi arabi nota del traduttore) scopriamo che la ragione che spinge le donne a voler lavorare (con tutte le relative conseguenze di indipendenza e libertà personale e spirituale nota del traduttore) è l'applicazione di un sistema (il capitalismo laico nota del traduttore) che permette allo Stato di imporre tasse esorbitanti, sotto differenti denominazioni, su beni e servizi, con conseguenti obbligazioni di ogni genere. Questo ha prodotto la povertà ed il bisogno sociale, rendendo gli "uomini", che sono responsabili del mantenimento (Nafaqa), incapaci di soddisfare i bisogni primari delle loro famiglie. In seguito a questo sistema (sempre il malefico e diabolico capitalismo nota del traduttore) , la necessità ha spinto le donne a cercare soluzioni di questo tipo (il lavoro nota del traduttore) , il che ha causato questo ed altri problemi (magari gli stessi diritti, la libertà di non essere picchiate, di non essere sbattute per strada, di educare i figli, di decidere cosa leggere, che religione seguire, cosa pensare nota del traduttore ) ". (Hiz ut-Tahir, Wilayah of Sudan, 21 Jumada II 1421)

Ma guarda che razza di imbecille che sono. Io credevo che noi fossimo ricchi, che l'immigrazione in Italia (e in Europa, e in America) fosse causata dalla impossibilità di riuscire a sopravvivere negli stati (arabi/islamici) d'origine. Questa è proprio una roba curiosa: dove regna sovrana la "Aqeeda" non riescono a mangiare, mentre nella peccaminosa ed ignorante società capitalistica vengono a procurarsi il cibo. E le nostre donne lavorano, si mettono le minigonne, ci prendono a piatti in testa, scelgono i programmi televisivi soltanto perché nella nostra società di poveracci devono aiutare a mantenere la famiglia.

Fino a ieri io pensavo che fosse una questione di meschino rispetto umano, di eguaglianza ideale di diritti e doveri (riconosciuta con durissime lotte contro una morale catto/borghe/comunista), di riconoscimento di capacità intellettuali e produttive almeno pari a quelle che possediamo noi, machi infingardi, e di doti sociali e di comunicazione probabilmente anche superiori.

Mah! Islamici, cattolici, ebrei ne sanno sempre una più del loro diavolo (probabilmente io).

Per fortuna che ci sono altri diavoli che sono disposti a battersi per la libertà di scegliere come vivere, e soprattutto di difendere quella delle donne e dei bambini.

Ma di questo nessuno dei nostri giornali parla.... Curioso, vero?

Anche qui..., per fortuna che in altri paesi laici , ed anche protestanti o anglicani, la gente (dicesi "giornalisti") non teme di scrivere cosa pensa e, prima di scriverlo, si documenta in maniera "appropriata".

Senza voler generalizzare, in modo davvero molto diverso dal giornalismo medio italiano.

Tutti i giorni ringrazio i miei genitori che mi hanno costretto (con molti metaforici calci nel culo) ad imparare le lingue.

 

opinioni

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