31/01/2006 |
legittima difesa
Dopo un
fottìo di tempo mi capita di rompere con un argomento mica tanto strambo:
la legittima difesa.
La faccenda mi infastidisce per gli aspetti demagogici sviluppati dai due ipotetici
poli e mi par giusto fare qualche riflessione, più per me che per i lettori.
La legge approvata, un solo articolo, è, in sostanza e per chi non la conoscesse, la seguente:
Art.1. diritto
all'autotutela in un privato domicilio
1. All'art 52 del codice penale sono aggiunti i seguenti commi:
"Nei casi previsti dall'art.614, primo e secondo comma, sussiste il rapporto
di proporzione di cui al primo comma del presente articolo se taluno legittimamente
presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un'arma legittimamente detenuta
o altro mezzo idoneo al fine di difendere:
a) la propria o altrui incolumità;
b) i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo
d'aggressione.
La disposizione di cui al secondo comma si applica anche nel caso in cui il
fatto sia avvenuto all'interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un'attività
commerciale, professionale o imprenditoriale".
Nella sostanza questa norma innova assai poco rispetto alla precedente. Non modifica le condizioni per la detenzione di un arma. Non cambia il diritto alla legittima difesa. Non ne modifica sostanzialmente le caratteristiche. Precisa, è vero, che anche la proprietà rientra nel "diritto alla difesa", ma sembra una precisazione ben delineata ed a precise condizioni (quando non è desistenza, cioè quando il malfattore non fugga, e vi è pericolo di aggressione), ed il tutto mantenendo la previsione del necessario accertamento dei fatti e delle circostanze.
E allora?
a chi cazzo serviva? e, soprattutto, di chi cazzo è la responsabilità
di questa norma "innovativa" che , ai sensi della normativa precedente,
appare abbastanza superflua?
Sembrerebbe di quelle teste di cazzo dei magistrati, che continuano pervicacemente,
e da anni, ad infierire su quelle merdaccie delle criminali vittime di aggressioni
e rapine (la feccia dell'umanità che si alza la mattina, lavora tutto
il giorno come una bestia e torna a casa la sera, sperando di riposare tranquilla)
che osano reagire al giusto diritto dei delinquenti di spartirsi (veramente
"appropriarsi di" è più corretto) quelle cazzo di proprietà
(che costituiscono, secondo Marx, un furto, quello sì da punire), di
brutalizzare i coglioni di cui sopra, di violentarne ed eventualmente ucciderne
una parte significativa.
Se la banda di deficienti che ha imperversato per anni nelle aule avesse applicato
correttamente la pre-vigente normativa il problema non si sarebbe mai posto.
D'altra parte è assai più facile incriminare un disgraziato con
nome e cognome, indirizzo, codice fiscale, denuncia dei redditi ed esercizio
commerciale o professionale, che ha stupidamente cercato di difendere la vita
propria e dei suoi familiari e l'esistenza stessa del suo nucleo familiare (spesso
in assoluta relazione e dipendenza dai beni oggetto della rapina, dell'aggressione
o del furto. Perchè, anche da vive, senza quei beni molte vittime vanno
in pezzi e muoiono indebitamente nello sforzo di ricostruire qualcosa per cui
avevano speso tutta una vita), piuttosto che prendere e mettere in galera un
miserrimo disgraziato di assassino, un povero cristo di violentatore, un meschino
brutalizzatore, giustificati tutti dalla crudeltà e dal sadismo di una
società che predica eguali diritti ed eguali doveri per tutti.
Come definire la banda di pagliacci che è stata in grado di trasformare (C.C. n.20727/2003 e altre) la legittima difesa in eccesso di legittima difesa, dapprima, e quindi in omicidio volontario, considerando necessarie le due condizioni a)che ci si limiti al fatto strettamente necessario alla difesa b) che la persona che si difende non abbia dato causa volontariamente all'aggressione (magari con un gesto brusco, dettato dalla paura o dal desiderio di proteggere i propri cari) senza trascurare l'elemento del valore in discorso (se sono uno straccione e mi rubano la coperta, con cui sopravvivo, devo lasciarmi derubare perchè la mia coperta, a prezzi di mercato, non vale una sega). E lascio perdere le interessanti disquisizioni sulla difesa aberrante, l'aberratio ictus mono e plurilesiva, il terzo estraneo (tizio e caio e tutti gli altri stronzi che Ti sparano addosso facendosi scudo di qualcuno e dai quali tu dovresti ragionevolmente farti ammazzare per non incorrere in violazioni debitamente sanzionate dal demente p.m. di turno).
Ah! la banda di pagliacci sarebbero i magistrati.
P.S. mi dolgo per quei non pochi (magistrati) che svolgono degnamente il loro lavoro e di questo corso d'idiozia sono anch'essi vittime.
opinioni
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