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17/07/2001


g8 e anti...

Io sono genovese. Abito a Genova, proprio al confine della cosiddetta "zona rossa" e, ve lo confesso, trovo che sia una bella rottura di coglioni.

Non potermi muovere liberamente nella mia città costituisce una limitazione indebita ed inaccettabile, ma non riesco a considerarne "responsabili" le forze dello Stato o i g8. Considero responsabile la banda di dementi rincoglioniti, incompetenti ed ignoranti che vive e specula sulla sofferenza ed il dolore degli esseri umani; i 700/800 gruppi, associazioni, clubs, centri sociali, che, con obiettivi e motivazioni tra loro incompatibili, piantano un indegno casino provocando più guasti di quanti ne vogliano riparare.

La dolorosa confusione mentale che li attanaglia, sulla scia di demagogiche , insulse ed incongrue ideologie, mi terrorizza.

Mi sono riletto le previsioni del Club di Roma (1968, I limiti dello sviluppo, ed. 1972) ed ancora una volta ho dovuto prendere atto del cretinismo degli ecologisti estremi. Dovremmo essere tutti morti, annegati nell'ghiaccio sciolto delle calotte, privi di cibo e di acqua potabile, arrostiti nella desertificazione spinta del pianeta, bruciati dai buchi nell'ozono, da almeno dieci o quindici anni. Lo stesso spiacevole criterio vale le le previsioni del 1974, dell'81, del '92. Catastrofisti cretini una volta, cretini sempre.

Sentir parlare di "remissione del debito" da minus habentes, che non hanno nemmeno un'infarinatura di storia economica, ha la connotazione del ridicolo. A fronte di un miliardo di individui che si sono fatti un mazzo spaventoso per sopravvivere in maniera decente (e non tutti ci riescono, per molteplici ragioni) ci sono 5 miliardi di esseri umani che, pur vivendo comunque meglio delle precedenti generazioni, hanno conservato comportamenti, tecnologie, usanze, religioni, culture equivalenti a quelle liguri o sicane dell'800 a.C., apprendendone per di più di nuove che non sono in grado di "gestire".. Pretendere che in mano a questi tizi vengano messi strumenti e mezzi moderni, diciamo "evoluti", senza averne prima esatto l'assolvimento di condizioni di convivenza sociale e culturale compatibili, è una follia suicida.

La disperata rincorsa dei paesi occidentali (cent'anni di lotte crudelissime) per raggiungere sistemi "relativamente" economici nel risolvere conflitti (evitando atomo, batteri, virus ed agenti chimici o biochimici) andrebbe a puttane (cosa che può sempre succedere) in pochi anni. Se anche un paese come il Pakistan ritiene suo diritto, anzi suo obbligo morale, disporre della "bomba" invece di ospedali ed università, beh! non c'è da riflettere più di tanto.

Si straparla di Tobin tax (una tassa sul movimento internazionale di capitali) per un mondo nel quale l'80% delle nazioni non sarebbe in grado di calcolarla , di esigerla o di riscuterla, così come non è in grado di istituire sistemi di tassazione equi e funzionanti all'interno dei propri sistemi sociopolitici. Si straparla di eliminazione dei brevetti sui farmaci (magari anche sul resto) dimenticando che se non esiste un qualche interesse "privato" a nessuno di noi verrebbe mai in mente di inventare qualcosa e metterlo a disposizione degli altri (tranne forse ai signori del GSF , che però non sono in grado di inventare alcunché. Criticare è sempre assai più facile del "fare"). La remissione dei debiti , al momento attuale e se non accompagnata da un controllo duramente poliziesco e/o marziale sui paesi in discorso (che costerebbe non migliaia, ma milioni di cadaveri), servirebbe a permettere ai 100/150 piccoli tiranni coinvolti (e si tratta di 100/150 paesi nei quali diritti civili, rispetto delle donne e dei bambini, cure mediche, alimentazione e libertà non sono nemmeno parole) un acquisto (o l'inizio di una produzione. Non dimentichiamoci che la tecnologia delle armi leggere o medie non richiede nulla più che accettabili artigiani, con tutto il rispetto per gli artigiani) in quantità industriale di armi ed esplosivi.

Pretendere che paesi come il Burundi, il Belize, l'Afghanistan, la Sierra Leone, il Sudan, il Togo, l'Angola, l'Iran o l'Iraq (che, peraltro, con petrolio e guerre incidono non poco) abbiano lo stesso diritto di decidere sul mio futuro di cui godo io (peraltro sempre scarso e temperato dall'altrui libertà e, onestamente, dalla prepotenza delle multinazionali), non è solo ridicolo, è criminale. Perché qui non si tratta del futuro dell'umanità, di cui ciancia la banda di deficienti (cui mi sembra appartenga anche il vhem, movimento per l'estinzione volontaria della razza umana), ma del nostro personale futuro. Perché dei 25.000 metri quadri che spettano ad ogni essere umano , io ne faccio terra fertile, sputando sangue, scavando pozzi per trovare acqua, irrigando terre altrimenti sterili, allevando bestie, costruendomi una "casa", senza derubare o uccidere alcuno. E ho impiegato tremila anni di merda per arrivarci, oramai senza dovermi più accoltellare con il mio vicino di casa. E adesso non ho più bisogno di fare guerre: compro quello che mi serve.

Mi dispiace che questo faccia schifo a povere teste di cazzo, come gli antiglobalizzatori totali, ma la realtà è che solo il mio benessere mi permette di preoccuparmi delle altrui disgrazie. E soprattutto di fare qualcosa.

E non voglio dimenticare la responsabilità e l'orrore di religioni che, predicando l'amore per la vita e la necessità della procreazione, hanno ridotto molte nazioni africane , asiatiche e sudamericane a livelli di sussistenza. In esse il 50% della popolazione è composto da bambini, bocche da sfamare la cui unica utilità (economicamente parlando) consiste nell'essere venduti o prostituiti a degenerati figli di p......(quelli sì, meritevoli di essere a dir poco castrati). Ogni famiglia ha sette/otto figli, quando va bene, che nemmeno un occidentale benestante potrebbe mantenere ed educare. La popolazione di questi popoli conserva un labile equilibrio demografico attraverso una scia di massacri, violenze indiscriminate e malattie endemiche, la cui unica soluzione (drastica fino a chè si vuole, ma pratica e razionale) è un adeguata educazione al controllo delle nascite.

Solo un illuminato demente come il nostro pontefice può parlare di "aiuti ai paesi più poveri", soffocati dalla carestia, mentre promulga encicliche contro il preservativo ed impartisce scomuniche agli abortisti.

L'esigenza di far casino, di esibirsi, di lottare contro un "occulto" potere o una lobby di "grandi vecchi", di sentirsi "gruppo" o mistica guida spirituale è certamente umana, ma , osservata con qualche distacco, non può non rammentare comportamenti goliardici o strapaesani.

Guardare tizi con magliette di Armani o Klein, abiti di Versace, scarpe di Prada o Nike o Adidas, una bottiglia di coca, sprite o pepsi in mano, che lottano, per strada, contro la povertà e le malattie ha connotazioni che se non fossero tragiche sarebbero ridicole. Coglioni che hanno il loro mito trainante in un guitto da multinazionale, figlio di multinazionale prodotto e promozionato da multinazionale, che del poeta non ha nemmeno la rima e del filosofo, rabbi o guida spirituale neanche uno sputo di originalità, beh! è doloroso anche per uno scettico/cinico sentimentale come me. Se Manu Chao è il simbolo di questa protesta non ci resta veramente che piangere. Il futuro non sarà l'inferno dei catastofisti, ma per i nostri occidentalissimi figli saranno lacrime e, quel che è peggio, sangue che poteva essere evitato con un minimo di buon senso e riflessione.

Stamattina doveva iniziare il "public forum". Una pubblica discussione sui temi "caldi" proposti dal "popolo di Seattle". All'alba delle undici di mattina (la riunione era prevista nell'après-midi) , nel luogo deputato all'importante riunione, c'erano solo quattro stronzi che si lamentavano perché il comune non aveva provveduto ad approntare le strutture. Pietivano di fronte alle soccorrevoli telecamere di Primocanale (tv locale impegnata a coprire l'avvenimento g8), lagnandosi della crudeltà e della nequizia delle autorità che non avevano mantenuto le loro promesse. Intanto sei o sette disgraziati di operai (di tutti i colori, perché Genova, con tutte le sue palle, è discretamente abituata, da un millennio, a trattare con gente diversa, soprattutto se si tratta di gente che lavora) sputavano sudore e sangue per finire di montare le maledette strutture.

Non ad una di queste fighette da contestazione è venuto in mente di dare una mano! Immagino sia più importante e produtivo per la "causa" apparire in televisione e comunicare il famoso "messaggio".

E dopo questo sproloquio emozionale ricordo ancora ai lettori che, se mi vogliono morto, non hanno bisogno di fare alcunché. Il cancro è un assassino senz'altro migliore di loro e non li farà aspettare molto.

Un'ultima cosa: sono affetto da una forma di daltonismo umano. Non sono mai stato in grado di distinguere il colore della pelle, ma vedo discretamente i colori delle "culture". E, da bastardo, sono disposto a trattare e comunicare solo con chi rispetta i diritti civili (del prossimo).
Gli altri possono pure andare a morì ammazzati, "pacifico" popolo di Seattle compreso.

:opinioni

 

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