10/04/2002 |
ma saranno cretini?
Sono mesi che tv e giornali ci rendono noti, con certosina pazienza e dedizione, tutti gli eventi relativo all'orribile "delitto di Cogne".
E, personalmente, mi addolora il crimine e comprendo l'opportunità e la necessità di fornire al pubblico, cui appartengo come tutti, le informazioni possibili.
Quello che non capisco, come nel caso della contessa Agusta, sono gli esperti cretini!
Un noto criminologo blatera stronzate su di un crimine per il quale non ha avuto occasione di vedere materialmente un indizio (non una prova, sia chiaro) che sia uno. Lo stesso strambo soggetto espone misteriose teorie sulla reazione di un bambino di tre anni alla vista di un possibile conoscente/estraneo (magari innoquamente sorridente) nella propria casa, concionando su risposte protettive, su "sicuri" pianti ed immediate azioni di difesa della minuscola vittima.
Magari se l'arguto personaggio provasse ad avvicinare, sorridendo ed in un ambiente "sicuro" per il piccolo, un paio di centinaia di bambini di tre anni, si accorgerebbe che le risposte immediate sono 1) sorpresa, 2) curiosità, e solo dopo un'elaborazione del comportamento dell'estraneo il diabolico mostretto treenne adotterebbe comportamenti autoprotettivi.
L'altro misterioso professionista (forse psicologo!?), dopo aver biascicato certezze professionali per un paio di mesi (sul comportamento anomalo della disgraziatissima madre e della famiglia colpita) in base alla lettura dei quotidiani ed alla visione di fotografie e filmati televisivi (roba che un Ordine Professionale serio, gli avrebbe già fatto fatto fare il giro dell'isolato a calci nel culo), persiste nel difendere impropriamente le stronzate dette.
E' un crimine
assurdo e terribile, chiunque l'abbia commesso, e mi auguro di cuore che sia
stato un "mostro", ma resto attonito, più che per il delitto
(che è più grande di me) , per la faccia da culo che questi "esperti"
ridicoli ed apparentemente incompetenti mostrano sui nostri schermi. Ed in discussione,
in questo particolare caso, non sono le loro valutazioni ( che sono solo cazzi
loro), ma la metodica adottata per produrle, che sembra quasi un'intuizione
lirica.
Sicuramente sono matto e , secondo i due citati dementi, dovrei farmi
ricoverare e curare da altri cretini come loro, ma sono ragionevolmente certo
che insieme a me necessitano di cura e ricovero gli altri 99/100 della popolazione
"umana", e dico "umana" perchè per quella disumana
non possiedo validi criteri di valutazione e giudizio.
Mi dispiace per il buon Vespa, che forse è costretto dall'audience a farci ascoltare i deficienti; così deficienti da trarre probanti conclusioni professionali dal trucco o dalla postura di una persona vista in televisione o in fotografia, o così presuntuosi da dedurre comportamenti o patologie da soggetti mai osservati sulla base di parametri scientifici di valutazione e per un periodo ragionevole (magari sono così bravi da aver bisogno solo di pochi secondi per sbattermi in manicomio). O ancora, così stronzi dal cianciare di macchie di sangue "a punto esclamativo" senza averle mai viste e (ma forse sono troppo cattivo) senza sapere quale direzione dello spruzzo indica la posizione del "punto". O così privi di pudore dal cianciare per mesi di un pigiama "indossato" dall'assassino/a, di porte chiusaperte, di zoccoli/stivaletti insanguinati, finendo poi, dopo le motivazioni del TdR (trib. del riesame), per affermare, con orrida sicumera, che Loro non li avevano mai considerati indizi significativi.
Ma dove cazzo sarà andata a finire la loro coscienza professionale? e soprattutto...dove sarà andata a finire la loro "coscienza"?
Immagino che non sia un buon metro di giudizio, ma questi tizi, alla mattina e davanti allo specchio, riusciranno a guardarsi negli occhi e a vedere cosa c'è al di là della tronfia faccia da tacchino dall'altra parte?
opinioni
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