,,,,....,,,

06/10/2002

 

magistratura...e chi si fida?

Ho la stramba abitudine di amare la lettura. Ancora più incongrua sembra essere la mia mania di acquistare e leggere ogni giorno almeno quattro quotidiani. Come li scelgo non mi sembra molto importante (e sono fatti miei), ma cerco di fornire a tutti quanti utili occasioni per manipolarmi.

Beh! non so se mi manipolano (immagino che per la teoria sulla biunivocità dei rapporti, questo si verifichi comunque), ma alcuni rilievi prescindono dalle tesi che i diversi quotidiani si sforzano di propinarmi. Possiamo tutti cambiare opinione, per esempio, ma Furio Colombo come direttore dell'Unità appare poco convincente e, soprattutto, molto anguilla. Così, non solo per colpa di Colombo, la lotta diessina per sostenere la magistratura risulta molto più frescaccia di quanto forse non sia. Ferrara (per ragioni di conformazione fisica) potrebbe manipolare al massimo un microfono televisivo...e via così!

Ma questa è una mia opinione.

Certo sembra essere invece l'aspetto paludoso che la nostra magistratura mostra nei comportamenti, nelle interpretazioni giurisprudenziali e, soprattutto nelle decisioni.

I casi si susseguono quasi senza soluzione di continuità ed hanno connotazioni che sembrerebbero comiche se non fossero tragiche. Alcuni quotidiani hanno, per esempio, pubblicizzato la situazione del giornalista Stefano Surace (ora saggiamente scappato [anzi, evaso] in Francia) e le decisioni assunte nel suo caso dalla Magistratura. Sembra una specie di commedia degli errori, della meschinità, della cretineria e dell'idiozia professionale. Non sto a raccontare la cosa (è abbastanza nota), ma il solo fatto che sia stato condannato in contumacia per reati ridicoli (oggi assolutamente privi di senso [non reati] e rilevati oltre trent'anni addietro), sia stato incarcerato, gli sia stato impedito di difendersi equamente, abbia settant'anni e sia una persona per bene [al punto da ricevere onorificenze da capi di stato stranieri], sembrerebbero elementi sufficienti a condurre ad una "interpretazione" delle norme ricca di buon senso e di onestà morale (i magistrati dimostrano in "ogni" processo di interpretare le norme come meglio ritengono opportuno, spesso addirittura contraddicendo la lezione letterale della legge, senza remora o ritegno alcuno). Questo non pare si sia verificato, anzi! Pare che in via semi-informale sia stato segnalato (nell'incarcerazione) come drogato, terrorista o altro, con tutti i rischi e le conseguenze connesse. Pochi giorni dopo che un tribunale gli concede (saggiamente) gli arresti domiciliari, permettendogli di telefonare, comunicare, inviare articoli (è un giornalista capace ed abile e difende la sua causa e le sue ragioni su di un noto quotidiano che gli offre ospitalità), un altro tribunale (per mero personale interesse, per difendere la propria cretina e colpevole posizione o per altre meschine ragioni di gretta bottega) li riconduce ad arresti domiciliari "duri" (senza possibilità di comunicare ad alcuno al di fuori dei difensori). Una roba che verrebbe da sputargli addosso. Saremmo scappati tutti, se potevamo.

Il delitto di Cogne appare un'altra ridicolaggine, nella quale collegi giudicanti si vanno contraddicendo sulla base degli stessi dati e delle medesime "prove". Una buffa procura della repubblica difende il proprio operato, a dire il vero assai confuso, e quello dei suoi esperti (?) "a prescindere" dalla realtà dei fatti e della vita di tutti i giorni. Esemplare è la dichiarazione del procuratore sulla eventuale presunta nuova gravidanza della disgraziatissima imputata : "a noi non è stato comunicato nulla". Magari la gravidanza non sarà reale, ma i fatti sono e restano fatti anche se non vengono "comunicati" alla procura. E' un po' come dichiarare che ogni giorno successivo ad oggi è il 7 ottobre, perchè sul calendarietto della procura mancano tutti i giorni seguenti. Una roba da mentecatti!

E.., bastava leggere l'opera gippesca e la curiosa e confusa elaborazione del Ris per rendersi conto della pochezza degli indizi e della faciloneria nella ricostruzione degli eventi. Così come mostruosa, sotto l'aspetto giuridico, appare l'ultima ordinanza del cosiddetto Tribunale del riesame, nella quale si espongono tesi che sembrano tratte da un romanzo di S.King, sproloquiando romanzescamente di "inaudita violenza", di "lucida assassina", ed altre espressioni verbali che di giuridico nulla hanno e posseggono la terrificante (e questa volta il termine da film dell'orrore attiene alla situazione) caratteristica (per dei magistrati) di esprimere un giudizio "ante litteram" sulla colpevolezza o meno dell'imputata (innocente sino a prova contraria e, certamente, sino a sentenza definitiva). Continuano a rimanere strani quei procuratori che insistono nella necessità di un colpevole ad ogni costo, come quei "criminologi" televisivi che parlano di tempistica del crimine, di vestiario, di "psicologia infantile", con una prosopopea ed una faciloneria per la quale potrebbero almeno mostrare un certo riserbo. Ed ancora più strano il presidente di quest'ultimo tribunale del riesame (forse non merita le maiuscole) che a precisa domanda sulla sua coscienza risponde "il giudice ha sempre la coscienza a posto ed ha sempre la coscienza non a posto". Magari il giudice è anche deficiente!?

Aggiungiamoci le forzature di alcuni processi famosi (SME/Ariosto - IMI/SIR - lodo Mondadori), con registrazioni inesistenti, ipotesi d'accusa (magari anche rispondenti al vero) indimostrabili o non documentabili in maniera chiara ed inoppugnabile, extrapolazioni incompetenti da altri processi e prove materiali inesistenti. Sbattiamoci dentro anche il fatto, che a tutt'oggi, non mi risulta esista un solo giudice/magistrato assoggettato positivamente ad un'azione di responsabilità a sensi della pur vigente legge. Che, misteriosamente, persino l'ovvietà di una necessaria separazione tra carriere ed attività della procura e del tribunale viene ridicolmente e squallidamente negata da gran parte della magistratura. Che quando si cerca materialmente un magistrato (fatte salve le udienze, alle quali, comunque, spesso i ritardi costituiscono la norma) generalmente è "fuori stanza" o altrimenti impegnato (pur beccandosi una retribuzione affatto trascurabile e senza rischi di essere spedito a casa, trattamento che invece possiamo sempre riservare ai politici), e finiamo per concludere che questa nostra magistratura non può godere della nostra piena fiducia.

Appaiono come individui meschini, gretti, incompetenti, confusionari e, spesso, mitomani. Comunque incapaci di riconoscere un proprio errore o una propria trascuratezza. Certamente non lo saranno! o , almeno, non lo saranno tutti. Ma allora farebbero meglio a tacere, ad evitare buffe interviste che, esponendoli al pubblico giudizio (o critico ludibrio), finiscono per trasformarli in macchiette (succede anche a pur bravi avvocati) meritevoli di essere prese per i fondelli o, comunque, assoggettabili a censure per il solo fatto di essersi esposte.

Meglio ignorare.
Meglio immaginarli chiusi in torri d'avorio, all'interno delle quali essi (i magistrati) pesano con precisi bilancini giustizia, equità e rispondenza alle norme delle loro decisioni.
Meglio non vederli in faccia e giudicarne l'operato dalle carte, dalle sentenze e dagli atti giuridici, che possono anch'essi non essere condivisi o essere criticati, ma la cui astrazione permette di evitare pubblicità e personalismi che a null'altro servono se non a squalificare forse il più importante potere dello Stato.

Ho paura di questa magistratura...Non mi fido e mi fa paura!

E quello che è più tragico è che non mi fido nemmeno dei magistrati che conosco personalmente ed ai quali non passerei nemmeno la palla giocando a calcetto (il che, detto da uno "scarpone" come me rappresenta quasi il massimo della sfiducia).

 

 

 

opinioni

,,,,....,,,


trademark OCRAM™ WEB BASE :PUNTO PARTENZA DI TUTTI I SITI


Google





hosted by Aruba