29/11/2000 |
i
delinquenti antidroga?
Saranno cretini? oppure sono solo dei delinquenti comuni....o, magari, dei fanatici cattocomunisti?
Credo siano cretini...
Fanno il paio con i fautori del proibizionismo americano e sono stupidi, ignoranti, incompetenti, spesso criminali e sempre ridicoli demagoghi.
Basta che uno scienziato, equilibrato e competente, come Veronesi, rimetta in discussione la questione del trattamento della droga da parte della società, perché bande di dementi si scaglino contro gli antiproibizionisti a botte di "criminali", "nemici della vita", "assassini dei nostri giovani", "infedeli", etc.etc. Il tutto con l'appoggio frenetico e terrorizzato di coloro che sui drogati ci campano: buona parte delle comunità terapeutiche, San Patrignano in testa. Ricordiamoci che, a parte il costo per le famiglie, che spesso pagano una retta alle comunità, queste ricevono un sussidio pro capite dallo Stato. Vengono cioé pagate dallo Stato per ogni drogato che trattano. Più drogati = più soldi. Un pò lo stesso business dei grandi spacciatori.
Ai medici girano i coglioni da pazzi, perché invece di trattare dei disgraziati che ne avrebbero indispensabile necessità, vengono spesso costretti ad usare il loro tempo per soggetti che sanno già essere, in generale, dei "cronici" destinati dallo Stato ad una lunga morte.
Lo strano è che costituisce un fatto ormai acclarato che dove il trattamento e la fornitura di "droga" viene effettuata in condizioni controllate dallo Stato (che assicura anche trattamenti disintossicanti sotto controllo medico, supporti sociali, assistenza per chi la richiede e per chi non la richiede) la delinquenza è ridotta al minimo, i cronici sono pochi ed in maggior parte "produttivi" (cioé lavorano e sono in grado di mantenersi). I morti sono pochissimi e conseguenti in genere a debolezze indotte da precedenti esperienze "incontrollate".
Fior di studiosi e di scienziati, italiani e stranieri, hanno espresso in un numero spropositato di pubblicazioni la loro opinione sul trattamento più indicato del problema della droga. Credo sia impossibile che i nostri politici , almeno quelli seri, non sappiano con precisione "chirurgica" (tanto per fare dello spirito) quello che occorre fare.
La droga deve essere legalizzata. E' un imperativo morale, un obbligo di coscienza umana e civile. Non ci sono altre scelte né altre possibilità.
Nell'ottica di uno studioso di sociodinamica i centomila morti provocati dal fumo (Italia) ed i sessantamila conseguenti all'uso di alcool (Italia) fanno diventare ridicoli i mille morti per anno provocati da eroina (99,99%) e da cocaina/estasi (0,01%) (sempre Italia). Ma i danni indiretti per questi ultimi mille poveri ragazzi ammontano ad oltre 300.000 miliardi, senza calcolare il danno incalcolabile della loro vita perduta.
Bateson, Watzlawick, Beavin, Jackson ed un'intera scuola psicoterapeutica (Mental Research Institute di Palo Alto) ha dimostrato inequivocabilmente che nel settore degli additivi alimentari (chiamiamoli così, tanto per cambiare) il proibizionismo incentiva il danno diretto ed indiretto all'ennesima potenza.
E ricordiamoci che da quando la repressione della droga e dei drogati è diventata un "obiettivo governativo" da parte degli Stati del primo mondo, i paesi produttori sono passati da 3 (tre) a 27 (ventisette) , e quest'ultimo è un numero "ufficiale". Il numero ufficioso è 50 (cinquanta) stati produttori (coltivatori) di droghe.
Vediamo di cominciare a pensare con la nostra testa, di evitare comandamenti ed imperativi religiosi, di dimenticarci per qualche tempo il "consenso" e cerchiamo di ridurre al minimo "fisiologico" drogati e danni, cercando di mantenere vivi i primi.
Se restano vivi ed attivi almeno saranno loro concesse future occasioni di smettere.
opinioni
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