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13/01/2001

 

uranio tre

Devo ancora insistere sull'argomento dell'uranio impoverito.

Malgrado la mia disperata ricerca non sono riuscito a trovare una sola pubblicazione medica e scientifica nella quale si affermi che il cosiddetto uranio 238 possa essere liberamente e tranquillamente "trattato". E possiedo una simpatica biblioteca di oltre 10.000 volumi (dei quali circa 2.000 scientifici).

La pericolosità del materiale in discussione è risaputa e ben conosciuta ed i suoi effetti sugli organismi viventi e sull'ambiente sono non note, ma notissime.

Quello che non riesco a comprendere è l'atteggiamento pavido ed evasivo dei nostri studiosi. Gli uomini politici sono servi di interessi diversi, che non possono giustificare menzogne e sabbie mobili, ma possono "spiegarle" (sempre che si possa spiegare il tradimento del mandato popolare), mentre studiosi e medici dovrebbero rispettare i corpi e le menti dolenti di coloro che si sono impegnati a curare ed a proteggere.

Sentire un illustre medico come il Prof. Tirelli che pontifica sull'assenza di relazioni dimostrate tra linfoma e radiazioni (Raggio Verde del 12 gennaio 2001) mi fa sentire in gravissimo pericolo, soprattutto sapendo con assoluta sicurezza che in "tutti" gli esperimenti sino ad oggi effettuati al fine di stabilire la "sensibilità" a radiazioni dei diversi tessuti umani è stato determinato che di tutti i tessuti umani le cellule "linfoidi" rappresentano il massimo di sensibilità, e cioé sono le prime e le più soggette a danni di origine radioattiva.
Tanto per conoscenza (dati reperibili in "tutti" i trattati medici che affrontano l'argomento) l'ordine di decrescente di sensibilità comunemente indicato è il seguente:
1)cellule linfoidi
2)gonadi
3)cellule proliferanti del midollo osseo
4)cellule epiteliali dell'intestino
5)epidermide
6)cellule epatiche
7)epitelio degli alveoli polmonari
8)cellule epiteliali renali
9)cellule endoteliali (pleure e peritoneo)
10)cellule nervose
11)cellule ossee
12)muscoli e connettivo .
Come appare evidente a qualunque istologo, in generale sembra esistere una stretta relazione tra velocità di replicazione cellulare e sensibilità a danni da radiazioni.

Se quando vieni sottoposto ad una scintigrafia con gallio o tallio (esame strumentale relativamente comune), vieni prudentemente indottrinato sull'esigenza di non sostare in prossimità di bambini e/o donne gravide. Vieni pregato di evitare contatti prolungati con esseri viventi...beh! qualche ragione ci deve pur essere. E stiamo parlando di sostanze la cui radioattività complessiva non è confrontabile in alcun modo con quella, sia pure "residuale", dell'uranio 238.

Nato e Stati Uniti si comportano come dei figli di.... (senza offesa per le signore in questione), sputando, come sempre, sulla salute del resto del Mondo. E così fanno, purtroppo, i nostri simpatici "studiosi".

 

opinioni

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