A dire il vero ci sono un mucchio di cose di cui non si è sicuri su questo personaggio, per esempio non si è certi di data e lugo di nascita. Ufficialmente Tomàs de Torquemada fu il primo grande Inquisitore della Spagna, nato a Valladolid nel 1420 e morto a Avila, il 16 settembre, 1498. Era nipote di un famoso teologo e e cardinale, Juan de Torquemada. Nella sua gioventù, da ragazzino, entrò nel monastero domenicano di Valladolid (monastero di San Pablo), completò il suo apprendistato presso la casa domenicana di Piedrahita (piccola cittadina presso Avila) e successivamente venne nominato priore del monastero di Santa Cruz a Segovia, un incarico che tenne per ventidue anni. Si racconta che l'infanta Isabella lo scelse come confessore, mentre si trovava a Segovia e quando lei salì al trono di Castiglia nel 1474, Torquemada (era sicuramente presente all'incoronazione) divenne uno dei suoi più fidati ed influenti consiglieri, ma continuò a rifiutare ogni alto incarico ecclesiatico, scegliendo di rimanere un semplice frate. Si racconta che non mangiasse mai carne, indossasse indumenti di lino e dormisse su lenzuola di lino. Si dice anche che abitasse in palazzi prestigiosi e vivesse circondato da duecenticinquanta uomini d'armi (per paura di essere assassinato). Si dice che portasse a tavola sempre un corno di unicorno (chissà di che diavolo di animale si trattava, visto che non esistono unicorni), quale rimedio principe contro gli avvelenamenti. Parrebbe che all'epoca la purezza della fede cattolica in Spagna venisse considerata in pericolo a causa dei Marrani e dei Morischi che, per considerazioni materiali, si erano convertiti al cristianesimo dal giudaismo e dall'islamismo. Secondo quanto riferito dai clerici contemporanei parrebbe che i Marrani avessero compiuto seri oltraggi verso la cristianità e volessero tentare di convertire all'ebraismo tutta la Spagna. L'Inquisizione , cui i sovrani cattolici erano stati autorizzati da Sisto IV nel 1478, malgrado crudeltà ingiustificabili, non era riuscita nello scopo per ragioni di carattere organizzativo ed amministrativo. Nel 1483 il papa nominò Torquemada, che era stato un aiutante inquisitore dall'11 febbraio 1482, grande Inquisitore di Castiglia ed il 17 ottobre estese la sua giurisdizione sopra l'Aragona. Come rappresentante papale (è bene anche ricordare come più volte non abbia ottemperato a richieste o ordini papali, con la giustificazione che le critiche del papa interferivano con la sua azione a difesa della Vera Fede e pregiudicavano il corretto funzionamento della giustizia dell'Inquisizione) e più alto funzionario della corte inquisitoria, Torquemada diresse l'intero apparato dell' inquisitione in Spagna, e venne autorizzato a delegare le sue facoltà inquisitorie ad altri Inquisitori di sua scelta e fiducia, che rispondevano solo lui, ed aveva il controllo degli appelli indirizzati alla Santa Sede. Subito istituì tribunali a Valladolid, Siviglia, Jaen, Avila, Cordova e Villa-real e, nel 1484, a Saragozza, per il regno di Aragona. Inoltre istituì un alto Consiglio, consistente di cinque membri, di cui il dovere principale era di aiutarlo nella gestione degli appelli. Riunì un'assemblea generale dei inquisitori spagnoli a Siviglia, il 29 novembre, 1484 ed presentò un prospetto in ventotto articoli a titolo di guida. A questi ne aggiunse parecchi nuovi nel 1485, nel 1488 e nel 1498. I Marrani avevano trovato utili mezzi di elusione della giurisdizione negli ebrei di Spagna, dper l'influenza e la ricchezza che possedevano e sui quali l'inquisizione non riusciva ad agire. Per questo Torquemada esercitò pressioni sui sovrani per costringere tutti gli ebrei a diventare cristiani o a lasciare la Spagna. Per frustrare i suoi disegni gli ebrei acconsentirono a pagare al governo spagnolo 30.000 ducati per essere lasciati in pace. Si racconta che quando Ferdinando era in procinto di accettare l'offerta, Torquemada gli si presentò tenendo levato un crocifisso ed esclamando: " Giua Iscariota ha venduto Cristo per 30 pezzi di argento; Vostra Altezza sta per venderlo per 30.000 ducati. E' qui; lo prenda e lo venda." Quindi uscì lasciando il crocifisso sulla tavola. Principalmente per causa sua gli ebrei vennero espulsi dalla Spagna nel 1492. Molto si è scritto della crudeltà inumana di Torquemada. Secondo i calcoli di Llorente pare che durante l'ufficio del Torquemada (1483-98) 8800 soffrirono la morte da fuoco e 9.654 subirono altre punizioni capitali. Gli studiosi cattolici ritengono queste cifre esagerate, ma dimenticano di ricordare che Llorente, che fu segretario dell'Inquisizione a Madrid dal 1790 al 1792, dichiara che oltre trentamila persone furono messe a morte in Spagna dall'Inquisizione. La maggior parte dei storici (cattolici) ritengono con il protestante Peschel (der Entdeckungen, Stuttgart, 1877, pp 119 di Das Zeitalter quadrati.) che il numero di persone bruciate dal 1481 al 1504, quando Isabella morì, fosse di circa 2000. Calcoli effettuati sulle varie documentazioni dell'epoca elevano questa cifra ad oltre 114.000 condannati a morte, dei quali almeno 10.220 bruciati. Il numero di quelli condannati alla prigione a vita non è calcolabile. Non sembra fosse un sadico, perchè rarissimamente assistette ai supplizi di coloro che aveva condannato. Che le responsabilità di Torquemada possano trovare una qualche giustificazione è un aspetto assai discusso che trova risposte solo in relazione con la legislazione penale del quindicesimo secolo e con la necessità di conservazione della Spagna cristiana. Personalmente penso fosse uno stronzo maledetto ed un fanatico assassino, ma probabilmente esagero. Il cronista spagnolo contemporaneo, Sebastiano de Olmedo (generalium Ordinis Prædicatorum, fol. 80-81 di magistrorum di Chronicon) denomina Torquemada "il martello degli eretici, la luce della Spagna, il salvatore del suo paese, l'onore del suo ordine". Beh! io avrei preferito non martellare alcuno, stare al buio ed essere disonorato.