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GESU'
IL CRISTO PAG.8
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MASSIMINO E PILATO
Del processo di fronte a Pilato sappiamo praticamente solo quanto riportato dai Vangeli, ma è ben noto che l'imperatore Massimino (antagonista e predecessore di Costantino ), nel contesto della sua persecuzione verso i cristiani (avversari anche politici, in quanto favorevoli al suo avversario), predispose la stampa e la diffusione delle memorie di Pilato (Acta Pilati), integralmente tratte dagli archivi Imperiali, al fine di screditare le credenze cristiane e di contrastarne la ulteriore diffusione.
Risulta che ne furono inviate copie anche alle scuole affinché i bambini le imparassero a memoria (riportato da Eusebio , vescovo cristiano) e si rendessero conto della pericolosità sociale dei cristiani.
Strano ed irritante è altresì il fatto che, con l'avvento di Costantino, questa documentazione (la cui veridicità non poteva formalmente essere messa in dubbio, in quanto tratta dagli Archivi Imperiali) venne letteralmente fatta sparire e soppressa, mentre nessun tentativo di contestarla o confutarla nel merito risulta compiuto dalla Chiesa cristiana dell'epoca.
Questa potrebbe rappresentare un classico esempio di dimostrazione a contrariis.
Se una qualche documentazione pubblica o un rapporto di Pilato favorevole a Gesù fosse materialmente esistito, senza dubbio esso sarebbe stato trionfalmente pubblicato dai cristiani una volta raggiunto il potere.
Il fatto che venga invece fatto sparire sembra ulteriormente dimostrare che tale rapporto doveva essere assai sfavorevole, sia pure limitandosi a descrivere gli eventi che condussero al processo a Gesù ed alla sua successiva condanna per "sedizione".
Le altre descrizioni sul processo e la relazione di Pilato sono costituite dal resoconto di Anania (425 e.V.), che è confuso e contorto e la cui ragion d'essere sembra costituita dalla elaborazione della tesi evangelica della responsabilità ebraica, con esclusione di responsabilità per Pilato ed i Romani, ed in un testo greco, che ha forma di un rapporto di Pilato all'imperatore Tiberio (evidentemente e grossolanamente falsificato in epoca successiva), nel quale viene imputato il delitto agli ebrei, Erode, Archelao , Filippo , Anna , Caifa (citandone i nomi, sventuratamente, anche a sproposito, nel senso che alcuni presunti colpevoli all'epoca del processo erano morti o deposti- v. Archelao).
Altra curiosità riguarda specificamente la persona di Pilato, che nella chiesa pre-Costantiniana viene quasi santificato [in effetti venne canonizzato sia dalla Chiesa Copta sia da quella Etiopica] , insieme alla moglie Procla o Procula , al solo evidente fine di trovare consensi tra i romani, ma, una volta raggiunto il potere, divenuto il cristianesimo religione ufficiale di stato e cessata la necessità di condizionare un ambiente non più ostile, veniva a cessare anche l'importanza della testimonianza d'innocenza di Gesù da parte di Pilato.
In tale situazione il Pilato , in precedenza quasi santificato, viene fatto uccidere o suicidare, dalle fonti dell'epoca [Eusebio cita una tradizione secondo la quale Pilato si è suicidato sotto Caligola, Hist.Eccl.2.7.1.] , nei modi più strambi (decapitato, annegato nel Tevere, perseguitato da frotte di demoni che ne seguono il cadavere fino a Losanna, etc.).
Delle molte contraddizioni tra le fonti costituite dai sinottici, sia in relazione alla figura storica del Cristo sia con riferimento alla tradizione relativa al processo, con tutte le tragiche conseguenze che l'impostazione conferita al loro racconto dagli evangelisti ha comportato nel tempo (l'accusa di deicidio agli ebrei è tuttora viva tra alcuni imbecilli), hanno dottamente discettato numerosissimi studiosi , alle cui conclusioni però non è mai stata data la necessaria diffusione a livello scolastico.
Le possibilità che l'odierna diffusa interpretazione
della figura di Gesù Cristo rispecchi la "verità" storica
(prescindendo quindi da influenze fideistiche) sembrano essere molto basse.
Le
stesse anomalie rilevate nei Vangeli e negli altri documenti del "canone"
lo confermano.
Se, malgrado tutte le revisioni, le interpolazioni, le ablazioni
testuali poste in essere dalla burocrazia papale in questi duemila anni, appare
innegabile che la persona fisica Cristo sia stata condannata a morte dai romani
per sedizione ed altrettanto innegabile risulta la partecipazione al suo gruppo
di seguaci di elementi irridentisti armati.
Se il mascheramento delle sue condizioni
familiari e sociali risulta così malamente contraffatto da risultare
illogico ed estraneo ad un Sitz im leben (contesto storico) abbastanza ben
documentato attraverso molte altre fonti indipendenti.
Se non possiamo credere che per quasi settant'anni (dalla morte nel 30 e.V.
ca. sino al 90/110 e.V.) dell'elemento fondamentale della nostra religione (il
sacrificio nel suo corpo fisico di un Dio pacifico ed innocente per il genere
umano) i cristiani e gli anticristiani dell'epoca non abbiano sentito il bisogno
di parlare.
Se non riusciamo a comprendere come Paolo, l'originario e principale predicatore
di questa fede ai Gentili, non abbia mai provato la necessità, anche
logica, di citare l'elemento cardine della sua predicazione nella sua forma
di uomo/dio, che lo aveva preceduto di una decina d'anni.
Se nessuno, e dico nessuno, nei primi
due secoli ha mai sentito il bisogno di fare un pellegrinaggio, una visita,
un viaggio nei luoghi che videro Gesù predicare e morire, o ha mai sentito
il bisogno (se li aveva visitati) di descriverli o di parlarne.
Beh! allora qualche dubbio richiede di essere chiarito (e non dalla fede!) e
qualcuno dei precetti di vita tramandatici dalla nostra Chiesa necessita di
una rivisitazione
Le mie considerazioni (confortate da molti specialisti, prevalentemente della
scuola esegetica della Formgeschichte ) mi hanno condotto
a riesaminare la figura storica di Gesł (prendendo in esame anche le ultime
pubblicazioni sulla documentazione essena e non, recentemente scoperta), senza
necessariamente legarla ai movimenti di rivolta che si verificavano intorno
a lui.
Ed a tale proposito credo che una revisione , meditata ed obiettiva, della scarna
e faziosa documentazione rimasta permetterebbe di conferire aspetti nuovi al
Cristo, senza nulla levare alla Sua sostanziale e profonda importanza nella
nostra religione/fede.
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