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LA FONTE Q
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(GESU' IL CRISTO - QUALCHE IPOTESI SULLA FIGURA STORICA)
Qualche riflessione su Q
Q è il nome assegnato ad una seconda fonte , oltre a Marco ed a prescindere dal vangelo di Tommaso, che potrebbe costituire la base dei vangeli di Matteo e Luca. Sulla sua esistenza si è molto discusso e buona parte degli studiosi la ritengono non realistica, preferendole un'ipotesi che definirei intrinseca, nella quale sia Matteo sia Luca hanno utilizzato Marco, ma Luca ha utilizzato anche Matteo (ipotesi di Farrer-Goulder).
Ad essere assolutamente onesti devo confessare che l'ipotesi di Q è per me la più probabile. Troppe sono le occasioni nelle quali sia Matteo sia Luca sembrano disporre di materiale discordante nella forma e nella sequenza nei loro vangeli, materiale che non risulta disponibile in Marco, ma che in una fonte "altra" potrebbe ritrovare una sua logica temporale.
Sia pure dando per
scontate le differenze conseguenti ai differenti ambienti ed alle differenti
confessioni che potrebbero aver interferito nella stesura, le discrepanze in
alcuni punti sembrano veramente improbabili e, talora, persino inconciliabili
(vedasi l'infanzia p.e., la casa di famiglia (per Matteo a Betlemme e per Luca
a Nazareth) il viaggio dopo la nascita (per Matteo in Egitto, per Luca a Gerisalemme)
e la morte di Giuda , descritta da Luca negli Atti, che non trova corretta relazione
In Matteo).
occorre ricordare che il vangelo di Luca è in due
volumi (vangelo e Atti)
A questo occorre aggiungere l'apparente
riluttanza di Luca alla semplice riproduzione delle aggiunte di Matteo al vangelo
di Marco, come se, nella sostanza, avesse piena coscienza del fatto che costituiva
aggiunte "spurie".
Altro elemento a favore di Q è l'uso di Luca, in alcuni punti, di materiale che parzialmente si ritrova in Matteo, ma è introvabile in Marco. Come se effettivamente Luca disponesse di una fonte diversa sia da Marco sia da Matteo.
Ancora, in alcune "dizioni", Luca sembra fare riferimento a forme espressive più antiche di quelle utilizzate da Matteo (vedasi l'uso da parte di Luca del termine "dito di Dio", dove Matteo, ripetendo Marco, utilizza invece "spirito di Dio").
Gli studi di Kloppenborg (che frantuma sia Luca sia Matteo in distinti periodi), ripresi poi da Taylor, sembrano dimostrare che Luca ha utilizzato, seguendola con coerenza, la fonte Q, mentre Matteo, pur essendo a conoscenza di Q, ha preferito utilizzarne liberamente la sostanza quando e dove gli sembrava necessario.
Hawkins, utilizzando un testo greco di Marco, ha provato ad indicare a margine i diversi punti del testo nei quali sia Matteo sia Luca hanno inserito ulteriori informazioni (detti o eventi). In alcun punto i due inseriscono la medesima (o similare) informazione nello stesso punto del testo di Marco.
La mia personale opinione è, quindi, che sia Matteo sia Luca disponessero del vangelo di Marco e di un altro (o più altri, tra cui annoverei anche Tommaso) testo, che può essere identificato con Q.
Mi permetto di ricordare ancora una volta come buona parte degli studiosi europei (cattolici) trovi inconsistente o improbabile l'ipotesi di Q, che viene considerata invece molto interessante e degna di riflessione dagli studiosi di altre nazioni non europee. Le ragioni opposte a Q sembrano, nella pratica, consistere sostanzialmente nell'affermazione tautologica che i vangeli canonici sono i vangeli e tanto basta.
Insisto comunque nell'evidenziare l'importanza delle fonti "altre" rispetto ai quattro classici vangeli, tra le quali devono trovare corretto rilievo gran parte degli apocrifi. Il vangelo di Giuda Tommaso Didimo, p.e.,, pur considerato ad indirizzo gnostico e consistente in una sequenza di sentenze paraboliche attribuite a Gesù, presenta solo per due terzi passi conosciuti e riconoscibili nei vangeli canonici (sia pure offrendona una diversa intepretazione), mentre per un terzo contiene materiale assolutamente nuovo, che anche per esso induce ad ipotizzare una fonte ad oggi sconosciuta che potrebbe identificarsi con Q. Ricordo ancora che il numero dei documenti "apocrifi" (alcuni materialmente più antichi dei manoscritti dei canonici) scoperti nel secolo scorso è veramente rilevante e presenta allo studioso un panorama che poco corrisponde a quello rappresentato al fedele dalla Chiesa e, viste le locazioni dei diversi ritrovamenti (normalmente decentrate e nascoste), appare chiara dimostrazione dello sforzo distruttivo posto in essere da quest'ultima nel tentativo di produrre un insieme canonicamente coerente.
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LA FONTE Q
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RICHIAMO
A PAGINA DI RACCONTINI- immagini da ESCHER :
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A PIETRO ANNIGONI- alcuni inediti :
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A GUSTAVE DORE' -alcune incisioni :
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A GENOVA 1761 - descrizione di F.SCOTTO :
MAPPE
ANTICHE DELLE CITTA' ITALIANE- da F.Scotto "Itinerario d'Italia" :
ALTRE MAPPE ANTICHE,
PLANISFERI E MAPPAMONDI :
LA
GUERRA SOTTERRANEA - Streghe, baccanti e gnostici :
VENTI SECOLI DI PAPATO -
le cose che non sappiamo :
OPINIONI :
I
VOLTI DEL DIAVOLO
COBBOLE
SRIMATE
IL
NAZISMO ED IL MALE :
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