GESU' IL CRISTO PAG.4


IL MERCATO

Ricordo al lettore che il punto 4) (quello relativo all'attacco ai mercanti del Tempio) sembra un classico esempio di quanto la nostra "moderna" interpretazione degli eventi possa distorcerne il senso ed il significato astraendoli dal contesto storico.

Il mercato del Tempio non rappresentava per gli Ebrei dell'epoca alcunché di empio.

In tale mercato, che costituiva da tempo immemorabile (si fa per dire) il centro della vita economica di Gerusalemme , avvenivano tutti gli scambi (si trattava essenzialmente di scambi di "beni" in quanto la moneta "romana" o "ebraica"(battuta in limitata quantità dalla dinastia regnante) costituiva di per sé una forma di "irregolarità" o addirittura di "empietà" se utilizzata tra veri "credenti" (la moneta romana veniva generalmente considerata [in astratto] addirittura inutile o superflua, anche se doveva essere usata obbligatoriamente. Alcuni sicli e mezzi-sicli d'agento vennero appositamente battuti al fine di evitare l'uso della moneta romana).

L'immagine, tramandata dalla catechesi, di un Gesù che da solo si avventa tra i mercanti del Tempio fustigandoli e rovesciando i loro banchi appare, in quest'ottica, non solo irreale (anche se, magari, divina) ma assolutamente improbabile.

Il mercato era infatti protetto da guardie, sia giudee sia romane, armate pesantemente e la stessa guarnigione romana (quella che attualmente sarebbe definita "la stazione dei carabinieri" dell'epoca) era posizionata geograficamente in maniera da poter prontamente intervenire in caso di disordini (che si verificavano di frequente).

Dall'immagine al fianco si può notare come il quadrato di mura che circondava il tempio ed suoi cortili apparisse dominato dalla fortezza Antonia (che difendeva il punto debole a nord della città).

La situazione essendo quella che era (e cioè un paese dominato da un governo fantoccio e da una aristocrazia elitaria odiata dalla maggior parte della popolazione) l'intervento di Gesù nel Tempio dovette necessariamente essere una vera e propria azione di forza e di massa.

Un vero e proprio attacco terroristico (per cosė dire).

Ed il mancato pronto intervento dei Romani sembrerebbe rappresentare una prova a favore della tesi che le forze dei dimostranti erano così soverchianti da rendere impossibile o troppo rischioso un intervento immediato e da consigliare invece (persino ad esperti soldati) di asserragliarsi nella guarnigione.

Lo stesso strano periodo di quiete che segue all'attacco potrebbe indicare le soverchie difficoltà esistenti per struttura locale di potere e per il governatorato romano nel recuperare il controllo di una situazione fortemente conflittuale.

Il tradimento di Giuda e l'episodio di Barabba (che pare inesistente come nome proprio; il significato prevalente tra il linguisti sembra quello di "figlio del padre" [Gesù Barabba che può significare: Gesù Berabbi (berabbi = titolo riservato ai rabbi più stimati) - Gesù Bar Rabbi (Gesù figlio del Rabbi) - Gesù bar Abba (Gesù figlio del padre)]) hanno le connotazioni di una complessa operazione di spionaggio, disinformazione e "divide et impera" posta in essere congiuntamente tra il Tempio ed i Romani (sempre che non siano state progettate a tavolino).

Ricordiamo che i trenta denari d'argento versati a Giuda costituiscono un importo rilevante, pari a garantire una esistenza ragionevolmente agiata ad una famiglia per tutta la vita (quindi una cifra forte) e che molti studiosi ritengono che lo sconosciuto "Barabba" fosse stato arrestato proprio in occasione dell'incursione di Gesù tra i mercanti del Tempio.

Questo era infatti l'unico episodio di "disordini" che si era verificato nei giorni precedenti all'arresto del Cristo (il che farebbe quindi pensare che il personaggio "Gesù Barabba" facesse parte dei seguaci di Gesù e, nell'eventualità che l'episodio avesse una qualche base di veridicità, dovesse essere tanto importante da costringere gli ebrei a preferirlo ad un ipotetico Gesù Cristo ormai condannato, se pure non costituiscono il medesimo soggetto).

Peraltro mi permetto di far notare che in nessun punto dei testi evangelici si trovano riferimenti malevoli o diffamatori nei confronti di questo "barabba", così come nei confronti della Maddalena (pesantemente e sistematicamente diffamati in epoche successive fino a presentare il primo come un ladrone e la seconda come una prostituta).

Barabba viene genericamente definito un "lestes", termine traducibile dal greco come "bandito", ma utilizzato dai Romani per indicare gli zeloti ed i cosiddetti terroristi ebrei, mentre Maria di Magdala, che fruisce sempre di un trattamento di particolare favore da parte di Gesù (migliore persino di quello riservato agli apostoli), viene definita in Luca come una donna "dalla quale erano usciti sette demoni", frase che non implica necessariamente una possessione demoniaca ma piuttosto una conversione rituale (ricordate che Astarte/Ishtar, la Dea madre, richiedeva una cerimonia di iniziazione in sette fasi e che Magdala era anche chiamata "il villaggio delle Colombe", e la colomba è animale sacro di Astarte.

Ulteriore elemento, ma sostanziale, è il fatto che il Sinedrio aveva potere e qualifica per giudicare e condannare a morte (pena che veniva eseguita mediante lapidazione) anche se non sempre e non in tutte le occasioni, mentre Gesù viene giudicato da un Tribunale romano e condannato ad una crocifissione che veniva utilizzata soltanto nei confronti dei ribelli e dei terroristi.

Gli altri aspetti della situazione dell'ipotetico Gesù storico sono ben documentati persino nei vangeli sinottici (che, ricordiamo, vennero adottati e codificati solo nel iV° secolo e.V., scartando gli altri quaranta e rotti vangeli e scritti (gnostici ed apocrifi) che sino ad allora avevano costituito base religiosa per gran parte dei "credenti" e, probabilmente, avevano connotazioni e caratteri così differenti da non prevedere affatto, in alcuni casi, l'esistenza di una persona fisica Gesù e tantomeno la sua morte e la sua risurrezione [sulla quale trova malferme basi la religione cristiana]).

Last but not least di questa sequenza di curiosità è la completa eliminazione (proprio completa) di molti altri vangeli (il vangelo segreto di Marco, per esempio, di cui parla diffusamente Clemente d'Alessandria, dicendo chiaramente che tale vangelo esiste, corrisponde al vero, ma è necessario negarlo "per giuramento" in quanto "non tutto il vero deve essere detto a tutti gli uomini"; o il vangelo di Tommaso, ritrovato recentemente a Nag Hammadi, o il Vangelo di verità o quello degli Egizi, abbondantemente citati da Clemente, Ireneo e Origene, ma scomparsi completamente per 1600 anni), che in nessun modo avrebbero potuto essere fatti rientrare nella tradizionale dottrina cattolico/cristiana senza creare (come successe nei primi secoli, con le numerosissime "eresie") uno spaventoso scompiglio.

Rileggendo queste opere senza particolari preconcetti è quasi impossibile non rilevare la assoluta tranquillità con la quale si danno per scontate ed universalmente conosciute (ciò che probabilmente in quell'epoca corrispondeva alla realtà - i rotoli sono datati III°/IV° sec. ma riproducono documenti che risalgono in parte alla seconda metà del I° secolo, anteriori quindi ai vangeli canonici) circostanze che costituiscono per noi veri e propri scoops.

Nel Vangelo di Filippo il personaggio Gesù è felicemente sposato con la Maddalena e la preferisce addirittura ai suoi apostoli, baciandola sulla bocca. Nel vangelo dello Pseudo-Matteo Gesù fa miracoli a raffica sin da bambino, senza riguardo alla sua missione o ad un epoca particolare nella quale rivelarsi. Nel Secondo trattato del Grande Seth (così come nell'eresia di Basilide) Gesù non muore sulla croce, ma sfugge alla morte facendosi sostituire da un altro (tale Simone di Cirene - episodio proprio anche del Corano del VII° secolo).

Ricordo ancora che gran parte dei primi "apologisti" ancora nel 100/150 e.V.sembrano non avere alcuna nozione in ordine alla vita ed agli episodi della vita "materiale" di Gesù e che, prima della lettera di Ignazio (ca.107 e.V.), vescovo cristiano di Antiochia, non esistono riferimenti a Pilato, a Gesù o alla Madonna, mentre Giuseppe non sembra conosciuto da alcuno. I vangeli canonici a parte (che peraltro non risultano anteriori alla fine del I° sec.) e la lettera di 1 Clemente (che non sembra conoscere predicazione, dottrina e doti miracolistiche di Gesù, persona fisica), non esistono documenti sicuri che certifichino l'esistenza e la stessa "nozione" di un Gesù storico.

Un silenzio misterioso ed incredibile durato oltre settant'anni dall'episodio chiave della nostra religione (la crocifissione), che appare ingiustificato ed ingiustificabile (vedi per specifica documentazione i begli articoli di Earl Doherty [in inglese] sul sito :<http://pages.ca.inter.net/~oblio/jhcjp.htm>, che sostiene l'inesistenza di un Gesù storico).

Insomma, troppe contraddizioni per non far nascere dubbi e sospetti.

E. Auerbach, illustre studioso, sembra dedurre (genericamente parlando) l'autenticità dei vangeli dalla realistica descrizione, che in essi si ritrova, della pochezza degli apostoli (ottusità, meschinità e viltà dei discepoli sono sparse largamente per tutti i quattro racconti). Dove Auerbach sostiene che se i vangeli fossero stati inventati o edulcorati dai seguaci di Gesù , i testi non sarebbero stati così squalificanti per gli apostoli, occorre non dimenticare che, nell'ipotesi di una loro stesura "definitiva" da parte di una ramificazione dei vincenti seguaci di Paolo, gli apostoli erano comunque "ebrei ortodossi", discepoli di una Chiesa Gerosolimitana (scomparsa nel 70) per la quale Paolo era l'"Avversario" in senso proprio (è bene anche tenere presente l'estrema difficoltà con cui Paolo affronta l'argomento degli "altri" apostoli, certamente non i Gerosolimitani, che predicano un "Cristo" [nella sua accezione non fisica] diverso dal suo). In questo contesto una dequalificazione dei discepoli del misterioso Cristo, di quei discepoli che l'avevano conosciuto (ipoteticamente) "Vivente", faceva gioco a coloro che non l'avevano conosciuto , che non erano stati "presenti" ed erano interessati solo all'aspetto mistico e spirituale della vicenda. Rappresentare Pietro, Matteo, Giuda, etc., come vili ed ignoranti cialtroni, oltre a far giganteggiare la figura di Gesù, confermava, in un difficile contesto proto-cristiano o pagano, la protervia e la meschinità degli ebrei, dell'ebraismo e della Chiesa di Gerusalemme in contrapposizione alla spiritualità ed alla salvificità dei cristiani paolini.

Ma diamo per scontato che Gesù sia realmente esistito e abbia (volontariamente o meno) dato il via alla nostra religione.

 


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