SCUOLA GUIDA

L'Orso vuole prendere la patente.

Alla tenera età di ventitré anni l'orribile gigante ha deciso che è assolutamente indispensabile saper guidare un utilitaria (date le sue dimensioni, sotto i cinquemila di cilindrata, per lui sono tutte utilitarie).

Ha già preso un centinaio di lezioni ed è prossimo all'esame di pratica.

Naturalmente la "teoria" è stata brillantemente superata dopo appena sei mesi di studio al massacrante ritmo di dieci ore giornaliere.

Ieri sera, dopo un elaborato preambolo nel quale mi ha ricordato che quando l'Anaconda doveva prendere la patente io l'avevo portata più volte a guidare, ha chiesto gentilmente, tenendomi per la gola con la mano enorme, che facessi per lui la medesima cosa.

Il problema più grosso è stato farlo entrare nella Innocenti 112, ma, tenendo le braccia fuori dai finestrini posteriori e facendole rientrare da quelli anteriori riusciva facilmente a girare il volante ed a cambiare le marce.

Una volta deciso che si trovava a suo agio il Mostro ha effettuato alcune false partenze per saggiare il mezzo e quindi si è scatenato sulle strade.

Ho cercato un paio di volte di dargli qualche consiglio ma gli spaventosi ruggiti mi hanno immediatamente dissuaso da ogni tentativo didattico.

Al secondo semaforo rosso che l'orrida belva ha incontrato il gigante ha strappato la striscia d'asfalto pedonale e l'ha civilmente cestinata, dopo aver divelto i due pali reggi semaforo laterali. Poi, non riuscendo a raggiungere quello centrale , sospeso ad un cavo in mezzo alla via, ha usato un lampione per farlo scoppiare.

E' rientrato in macchina sghignazzando come un bambino:" E' proprio divertente! E' come la Pentolaccia!"

Non ho nemmeno provato a spiegargli che distruggere la segnaletica luminosa e quella orizzontale non gli avrebbe facilitato l'esame, perché il mostro ha cominciato a spostare le auto che ci fiancheggiavano, trovando qualche lieve difficoltà solo con un grosso Tir a trentasei ruote.

Ho dovuto veramente sgridarlo solo quando ha iniziato a passare gli incroci senza rallentare.

Infatti è vero che con le enormi braccia era in grado di spiaccicare le autovetture che eventualmente incrociavamo, ma, per farlo, era costretto ad abbandonare il volante e questo avrebbe costituito un errore da bocciatura agli occhi di un possibile esaminatore.

Quando siamo rientrati nel garage, dove l'Orso ha destramente posteggiato la macchina sollevandola tra le mani ed affiancandola alle altre, l'ho visto molto sollevato.

Dopo qualche prudente complimento Lui ha preso coraggio e mi ha spiegato: "Per fortuna che da bambino mi avete fatto giocare un mucchio con le macchinine. Ho imparato quasi subito che se le facevo urtare tra loro andavano in pezzi, così ora sto molto più attento. Non credo che all'esame avrò delle difficoltà."

Non so proprio chi avrebbe il coraggio di bocciarlo?

novembre '97



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