VILLE-JUIF

Appuntamento a Parigi venerdì 30 settembre alle ore 08.00, Istitut Gustave-Roussy, Villejuif (Val de Marne), Professor Marcel Hayat, per esame della mia cartella clinica e della possibile terapia del mio malefico Linfoma.

Voglio un riscontro del trapianto autologo di midollo, etc., etc., propostomi qui a Genova, Ospedale San Martino, Ematologia 1 e 2.

Ho la conferma del rendez-vous il martedì 27 e non ci sono più aerei per Parigi (causa congressi e fiere varie).

La Strega mi impone di andare in macchina e, dato che: "Almeno due giorni a Parigi me li vorrai far passare, Vecchia ciabatta egoista e malaticcia?", partiamo il mercoledì mattina, ore 10.30, sulla Polo 1300 GT di mio nipote Thomas, con impegno formale di tornare domenica.

Naturalmente ho prenotato una suite principesca all'Hotel Ibis Sacre-Coeur, come ordinatomi dalla Strega e secondo i suggerimenti delle Sue amiche della "buona società".

Dopo dieci ore filate di guida siamo a Parigi (e tralascio le difficoltà di guardare in contemporanea cartine stradali, comandi dell'auto, che non conosco, e la strada , mentre faccio funzionare lo stereo o accendo la sigaretta alla diabolica signora che mi ha reso madre).

Sono le 20.30 e l'albergo, prenotato faticosamente da Genova, Le fa cordialmente schifo:

"Cazzo!...Stronzone, dove mi hai portato? Quelle sono puttane e quelli sexi-shop. E' tutto così sporco in questo quartiere ed Io non intendo restarci un attimo di più".

Mi cola la bava dagli angoli della bocca.

Vorrei uccidere la Strega ma non riesco a pensare ad un alibi decente, pur sapendo che forse varrebbe la pena di andarmene tranquillamente in galera, dove forse recupererei la salute con una vita regolare.

Ho appena terminato un ciclo di Leukeran e la nausea mi impedisce di sentirmi distrutto.

Non ho mangiato, non ho urinato (salvo qualche goccia che mi è sfuggita nei pantaloni approfittando vilmente del mio stato di prostrazione), non ho defecato o bevuto per diciassette ore.

Dico diciassette ore perché alle 03.30 del giovedì, finalmente, troviamo un altro albergo.

L'Hotel Sapphir è una bettola mostruosa in un quartiere praticamente deserto tra Bastille e Nation (come dire Cornigliano).

La stanza (due metri per due) per Lei è :"Una deliziosa garçonniere..., proprio parisienne.".

Quattro ore di sonno popolato da incubi e Via!...ai magazzini La Fayette.

Otto ore ai magazzini, tre ore a S.Germain, tre ore tra Haussmann e Des Italiens, due panini merdosi al volo e seimila franchi di meno in tasca.

Altre quattro ore di sonno nella repellente catapecchia (peraltro con un trattamento ineccepibile e cortesissimo da parte dei due tunisini che gestiscono l'orrido bordello, travestendosi anche da donna per il servizio in camera e per le pulizie) e partenza per Villejuif, rinomato centro della Val de Marne per il trattamento dei tumori.

Con il metrò ci siamo in venti minuti (per mia fortuna da signorino ho visitato mezzo mondo, ho confidenza con tutti i mezzi di trasporto, parlo con correntezza tre lingue e ne comprendo otto).

Mi appresto a cercare un taxi ma Alien, vedendo un cartello stradale, decide trattarsi di pochi passi a piedi. Otto maledetti chilometri di corsa ad ostacoli per arrivare all'appuntamento in tempo.

Alla reception cercano di mettermi in barella credendo che mi stia venendo un infarto e che si tratti di un problema di pronto soccorso.

La Strega è di origine nordica e la spaventevole maratona Le ha solo fatto venire voglia di Hag e sigaretta.

Trattenuto da due giganti in camice bianco, che ho riconosciuto come profondi conoscitori della boxe francese dai quattro calci in faccia che mi hanno dato per calmarmi, riesco finalmente a spiegarmi con una gentile signorina ed a farmi condurre al mio rendez-vous.

L'illustre Professore mi conferma cordialmente l'ineluttabilità di diagnosi e terapia.

Dopo tre o quattro pacche sulla spalla che sembrano bastonate e qualche commento sulla necessità di evitare gli alcoolici ( le tumefazioni conseguenti ai calci in faccia devono essergli sembrate di origine etilica) mi consiglia di tornare a Genova dai miei terapeuti :" Ils sont le meilleurs du monde".

Torno da Alien cercando di darmi un contegno, ma Ella non mi lascia il tempo di fiatare:

" Ora che hai finito con questa rottura vorrei essere portata in giro seriamente, Cazzo!.... Non puoi essere sempre così insensibile e non pensare a me.".

Sono le 10.30 di venerdi 30 settembre ed alle 02.30 del sabato siamo ancora in giro.

In questo periodo ho traversato la Senna diciassette volte, ho percorso a piedi 143 chilometri ed in metrò circa 360, sono entrato in 723 esercizi commerciali ed ho fumato 560 sigarette (molte, a dire il vero, solo a metà e quindi di significato ridotto).

Il quartiere che Alien ha definito il più bello e divertente di Parigi è quello tra Boulevard de Clichy e Boulevard Barbés (Sacre-Coeur), dove era situato il maledetto albergo Ibis originariamente prenotato.

Non ho osato profferire verbo perchè potevo decapitarLa seduta stante.

Tralascio lo stato della mia vescica, dello stomaco, dell'intestino e dei piedi.

Credendo che sorrida (ho il volto contratto in quello che viene comunemente chiamato "rictus sardonicus") la Vecchia Diavolessa mi colpisce dolcemente sulla nuca con un atemi giapponese:

"Vedi che sei contento anche Tu?... Guarda quante belle cose abbiamo visto e comprato?".

Alle 01.05 della domenica, dopo dodici ore di viaggio, siamo a Genova.

Questo viaggio di merda mi è costato 200.000 lire di albergo (albergo ?!?), 200.000 lire di viaggio, 35.000 lire di visita, e 8.000.000 in accessori di abbigliamento per la Strega, l'Orso (mio figlio) e l'Anaconda (mia figlia).

Non ho concluso un cazzo!

Forse mi restano cinque mesi di vita ( di cui tre in camera sterile)....

ed io non vedo l'ora che passino.

10/10/94



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