ECONOMY DAY

"Porca Madoska!!..."

Esplodo selvaggiamente.

"E’ assolutamente assurdo che io mi sveni per pagare tutte queste cazzo di bollette!"

Intorno a me, assolutamente indifferenti, veleggiano i miei familiari,

La Strega, con il portatile all’orecchio e morbidamente stravaccata sul maledetto letto a tre piazze, che mi è costato un rene ed un paio di testicoli, mi sferra un’occhiata assassina sotto la luce accecante delle alogene da 2000 Watt della stanza da letto (Lit. 100.000.= al minuto).

L’Orso , in estatica ammirazione della propria possente muscolatura di fronte allo specchio "a parete" posto di fronte al letto della Strega, mi domanda preoccupato:" Vecchio, è mica una brigolina quella puntina rosa che si vede sul gran dorsale sinistro?"

L’Anaconda mi attacca alle spalle (io sono sulla porta della nostra stanza da letto) sdrusciandosi contro la mia schiena:"Papino, mio grosso peluche, non ti riferirai per caso alla tua piccolina...?...Vero!?"

Mi sento preso in mezzo, ... e sono disperato!

Cerco di riprendere il controllo della situazione:

" Ora basta!...Vedete di assumerVi le Vostre responsabilità!". Assumo una posa dignitosamente maestosa:

" When in the course of human events..".

"Ma vaffan’culo stronzo fallito di merda !" esplode la Strega, che deve aver finito di ciangottare per telefono con le sue amiche.

"Un uomo degno di questo nome non fa mancare nulla alla sua famiglia , e soprattutto a sua moglie." Aspira un litro e mezzo di Coca Light , scaglia la bottiglia contro il muro (a volte penso che sarebbe meglio se fosse alcoolizzata invece che Cocacolizzata), e riprende con furia belluina :"...e vedi di non tormentare i bambini, vecchio scemo malato. Datti una mossa e guadagna più soldi. ....E poi...fatti pagare per tempo da quegli stronzi dei tuoi clienti!".

Quel mostro bestiale che si sta rimirando, amorosamente ammirato, il deltoide laterale, si volta lentamente e mi aggredisce:"Ce l’hai su con me, lo so, non vuoi che telefoni alla Stefania (alias Oppete!, la gigantopiteca sua compagna di giochi). Mi sgridi sempre....,[in tono più lagnoso] vuoi più bene a mia sorella!".

L’Anaconda scatena la sua esplosiva ferocia in un nanosecondo:" Cretino!, subnormale! sforzati di pensare e poi, quando ti sei sforzato, taci....E soprattutto non tirarmi a mezzo.".

Poi, spezzate le reni all’Orso e arretrando con prudenza ma pronta a contrattaccare secondo i precetti di Sun Tzu, mi lancia un ultimo:"Sempre la solita testa di peluche, ti manca la corretta scelta di tempo, Marco.".

Già perché i miei figli mi chiamano normalmente per nome, salvo quando vogliono del grano (allora sono Babbo, Babbino, Papà, Papino, etc....).

L’Orso sembra sconvolto dalla frustata verbale della sorella, barcolla..., si appoggia alla mia spalla e mi sussurra con affettuosa tenerezza: "Guarda come è cattiva, mi tratta sempre male. Vedi!...Mi potresti mica anticipare lo stipendio, pramente ne ho bisogno per portare Oppete a cena?".

Ogni tanto, per fortuna, anche lui si rende conto che " Stefania" è un nome inadeguato per la sua partner spirituale(?).

Io non mi sento tanto bene.

Mi sembra di avere tutti i linfonodi nel collo.

Che sia un attacco proditorio del mio Cancro? Nooo! Non credo proprio.

Direi che ne ho solo le balle piene!

Lavoro come una povera belina e riesco a guadagnarmi più o meno onestamente il pane.

Sul companatico, ecco, in effetti ho delle difficoltà.

I miei figli, l’Orso e l’Anaconda, non girano in Ferrari, anche si comprano solo abbigliamento firmato.

Mia moglie , la Strega, tutte le volte che mette piede fuori di casa mi costa un minimo di mezza tromba... e quando non esce mi costa una tromba intera in stronzate.

Senza contare che di alzare un dito per una qualsiasi attività casalinga (dal cucinare allo spolverare), non se ne parla proprio.

Lavoro, faccio la casa, la spesa, cucino,..qualche volta penso.

Perché diavolo mantengo tutta questa gente.

Porco diavolo!

Io volevo solo risparmiare qualche lira!

Mi viene da vomitare e la bara mi sembra l’unico posto tranquillo.

Se mi comprassi un cane, magari un Terranova nero, con lui e con il mio tumore avrei almeno due amici fedeli, anche se, purtroppo, dovrei portarli fuori tutti e due ogni giorno.

Già, forse un grosso canide mi proteggerebbe.

In fondo lo fanno da diecimila anni.

Vabbé..., in fondo me la sono cercata.

Ho sempre detto che volevo una famiglia!

 

Genova, ottobre 1998

MC/



Google





hosted by Aruba