LA GONNA BIANCOBLU

Sono stato sopraffatto!

Immersa in un atmosfera di dolente depressione la Strega mi ha convinto, mediante oscure minacce di terribili rappresaglie, ad accompagnarla a "cercare" ed eventualmente ad acquistare un capo di abbigliamento da Lei denominato "gonna biancoblu".

L'oggetto risultava assolutamente indispensabile per alcuni accostamenti essenziali per la nostra classe sociale ed ai fini di un utilizzo proficuo e funzionale di un paio di scarpe, appunto blu.

Partiti in vespa alle 16,30 la mia distinta Fattucchiera ed io abbiamo visitato trecentodiciassette esercizi commerciali e percorso cinquantotto chilometri di spogliatoi nel breve periodo di un paio di sessanta minuti.

Il tutto accompagnato da orribili lamenti sulla cattiveria degli operatori della moda e sulla perversità dei cosiddetti "creativi" del settore abbigliamento.

Essi non avevano infatti compreso l'essenzialità dell'accostamento tra il bianco ed il blu e, soprattutto, non si erano assolutamente preoccupati della serenità spirituale della Strega.

Dopo quasi quattro ore ed alcuni collassi cardiocircolatori ho finalmente scoperto, in un negozio di casalinghi, una splendida tovaglia a quadretti bianchi e blu che , nelle mani della nostra modista prediletta (purtroppo mi sono state assegnate dalla sorte anche queste funzioni) avrebbe potuto trasformarsi, con appositi accorgimenti, in un magnifico "tubino".

Soltanto quando, abbastanza soddisfatto, sono rientrato a casa mi sono accorto che l'orrenda Megera che mi ha reso bibabbo mi aveva vilmente fregato.

La Diabolica Personaggia , gettata distrattamente di lato la tovaglia biancoblu, ha infatti cominciato a riordinare tutto ciò che, per quietarla, avevo dovuto acquistare nel corso del nostro vagabondaggio.

Trattavasi di dodici costumi da bagno modello "ciurla" e "cialda", di quattro abiti da sera di tale "Armani", di sei paia di scarpe marca "Prada" e di alcuni soprabiti e giubbotti di tale signora "Aspesi", per un totale complessivo di circa Lit.20.000.000-venti milioni (in cifre ed in lettere, perché trattasi di importo molto significativo).

Dopo aver vomitato anche l'anima, ho cercato cautamente di far presente alla Mostressa che , almeno per i prossimi dieci giorni, avrebbe dovuto stare un pochino più sulle spese.

La Straordinaria Soggetta è scoppiata in lacrime stridendo perfidamente che non l'amavo più, che Lei mi era stata vicina in momenti cruciali, che mi aveva tenuto anche se ero malato, che, per due belinate, riuscivo a farla, ingiustamente, sentire in colpa.

Agli orribili lamenti intervenivano anche l'Orso e l'Anaconda che , lasciate le loro tane, mi cazzuolavano severamente per la mia sordida avarizia e cercavano di consolare l'Orrenda Bizzarria che li aveva generati.

Mentre, accasciato in una poltrona ed ormai completamente disorientato, cercavo di raccapezzarmi su come mi ero infilato in questo casino ho sentito alcuni colpi terribili sulla spalla sinistra.

Era Oppete!, la compagna di mio figlio l'Orso, che, gentilmente, mi stava dando alcune pacche rassicuranti.

"Vecchia Belina!"- diceva l'amabile gigantessa (secondo precise istruzioni che aveva ricevuto sul come chiamarmi da mio figlio l'Orso)-"non se la prenda!... Vedrà che in un paio d'anni tutto si accomoda.".

Sopraffatto dal dolore alla spalla e dall'improvvisa povertà per alcuni secondi ho pensato al suicidio...

Poi mi sono ricordato del linfoma e mi sono sentito subito meglio.

Infatti quando hai un cancro in certe circostanze sei molto più tranquillo.

Intanto non devi suicidarti!

Basta solo che aspetti un po' di tempo e, con pochissimo sforzo ed a costo zero, provvederà lui a mandarti all'altro mondo.

aprile '96



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