FABRIZIO

Ci sono passato.

Non so bene neanch’io perché!

Nemmeno lo conoscevo bene...

Mi sono fermato un po' fuori vista, sull’angolo nord-ovest di Piazza Carignano e sono rimasto qualche minuto ad osservare la folla.

Poi, senza rumore, sono andato via.

Mi ricordo di Lui solo perché eravamo usciti insieme una decina di volte, con quel simpatico stronzo di Maurizio C., per andare al Paips di Nervi a fare gli imbecilli.

Io avevo diciott’anni, una giulietta spider sotto il culo e niente nel cervello.

Lui ventitré/ventiquattro e molto riserbo.

Mi sembrava un ragazzo gentile e simpatico, forse un po' stranito...ed un pochino snob.

Di sicuro non avevamo gli stessi interessi (musica e politica avevano per me lo stesso peso di un velo di carta igienica), ma, negli intervalli tra una puntata di fica e l’altra, avevo solo capito che frequentarlo mi costava troppo (di testa).

Il che, peraltro, costituisce un titolo di merito.

Credo Lui abbia pensato io fossi un semideficiente, ma continuò a mostrarsi garbato e cortese nei miei confronti per tutto il tempo che ci frequentammo.

Forse avremmo dovuto rincontrarci cinque o sei anni dopo, quando avrei potuto restituirgli una parte di ciò che aveva bruciato o condividere con lui scafate passioni ideali.

La Strega si è guardata tutto per televisione (funerali, specials, tg1,2,3, testimonianze,....tutto insomma), alla sera ha pianto come piangono le draghesse, con acqua salata, fumo e fiamme.

Poi mi ha convocato ai piedi del suo trono cencioso per dirmi in tono di sfida stupita:" diceva le stesse cose che dici tu, mi sembrava quasi di sentirti parlare"

Ed io ho pensato: "Cazzo! sono sempre in ritardo. Lui queste cose le diceva vent’anni fà...."

Poi ha aggiunto perplessa: "Solo non credo che Lui sarebbe stato così stupido da levarsi il cappotto per strada per darlo al primo barbone infreddolito".

"Se anche l’avesse fatto, - ho ribattuto- nessuno lo saprebbe mai perché non aveva sposato una Strega che racconta tutti i fatti suoi in giro. E poi...era molto timido ed intelligente e, probabilmente, invece di fare gesti cretini e presuntuosi come il mio, si sarebbe preoccupato di sistemare il barbone in modo che non avesse più bisogno del cappotto."

Anche l’Orso e l’Anaconda mi hanno partecipato il Loro dispiacere.

Il gigantesco umanoide che mi rese primiparo ha sintetizzato brevemente la cosa: "Vecchio! questo qui non faceva musica...Questo diceva cose. Era un vecchio coi fiocchi, non come certi vecchi malati che conosco io."

La mia amata serpentessa mi ha colto in un momento di quiete pugnalandomi con un:" Non devi dispiacerTi troppo, anche se Fabrizio era uno forte. Non posso tollerare che i miei peluche soffrano per qualcun altro."

Più tardi, mentre andavo a comprare le sigarette, ho riflettuto un po' insieme al barbone tedesco che dorme nel nostro garage.

E lui ha chiuso definitivamente la faccenda:

"Non konosciutto. Mai sentitta sua musica..., ma tutti amare.., tutti parlare bene, kon kuore.... Lui sicuro bravo uomo."

E questa è la verità.

Era un bravo ragazzo!

Genova, gennaio 1999

MC /




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