AL MARE

Uno stabilimento balneare mostruoso!?

In piena città.

Una città nella città:

- due ristoranti

- quattro bar

- tre piscine

- due sale giochi

- miniporto turistico per fuoribordo e vele

- cabina in cemento con terrazzino, doccia fredda e/o calda

- etc.,etc..

Per me trattasi di cinquant'anni di frequentazioni per quattro mesi estivi al prezzo di circa un miliardo al giorno.

Costosissimo!!

Questa la premessa.

Come al solito ho cuciture, corredate da relativi punti, in qualche parte del corpo (nella specie sulla chiappa destra e sull'inguine sx [che, detto così, sembra molto moderno ed ospedaliero]) e gli incidentati del sabato sera non hanno nulla da invidiarmi.

Con febbre, tremiti, dolori muscolari (per l'interferone a dosi da cavallo), zoppia destra e sinistra, e conseguente andatura flessuosa da viados brasiliano che ha appena avuto un rapporto con un camionista bulgaro, carico di pacchi come un muletto sardo, arrivo con la Strega in fase di lamentazione mestruale.

La Strega, Essa medesima, mi prepara con affettuosa tenerezza la brandina con parasole, all'ombra e nell'unico posto fresco ed areato della zona.

L'arrivo delle amiche la distrae un attimo e così, sovrappensiero ed approfittando dei miei lunghi e penosi tentativi di infilarmi una braghetta, ci si caga sopra per chiacchierare con le medesime.

In pieno sole, sul cemento ed a una temperatura di circa duecento gradi centigradi, in circa diciotto secondi sono lessato.

Le cuciture amorevoli di mio fratello "il Chirurgo" (eseguite con i piu' moderni fili sperimentali biodegradabili) si sciolgono al calore e le varie ferite cominciano e sierare e sanguinare.

Arrivano anche l'Orso e l'Anaconda (mio figlio e mia figlia) che, non notando il sacco di protoplasma in cui mi sono trasformato (di un bel verde giallino translucido su cui spiccano, piacevolmente galleggianti, i pesciolini blu del mio costume da bagno) domandano alla Madre: "Dov'è il Vecchio Stronzo, ché ci serve del grano fresco?".

Dopo un paio di calci ed una secchiata d'acqua riesco a rantolare:"..nei pantaloni.....!", poi, in piena bollitura, ricomincio a boccheggiare.

Persino il mio Cancro cerca disperatamente di staccarsi dalla grossa ameba in cui le circostanze mi hanno tramutato.

Sono le tre pomeridiane.

La temperatura ha raggiunto il miliardo di gradi Farehnait.

Vengo salvato dalla completa disidratazione solo dalle amorevoli spruzzatine delle pistole d'acqua che i graziosi pargoli delle amiche della Strega, mirando con tutta calma sull'unico bersaglio immobile ed imbecille di tutta la spiaggia, riversano su di me.

Allungando gli pseudopodi e strisciando con la mia consueta andatura felina raggiungo il bordo della piscina.

E finalmente, traguardando con disprezzo la sciscia sanguinolenta lasciata dalle ferite aperte dietro di me, mi lascio cadere nell'acqua cristallina.

Solo l'aver raggiunto il fondo evita che l'urlo belluino scaturito dalle mie viscere raggiunga le Alpi Apuane.

L'acqua non raggiunge ancora il punto di ebollizione , ma si avvicina molto.

Balzo fuori (si fà per dire) dalla vasca e scivolo verso la doccia.

Nei breve percorso i cristalli di cloro utilizzati per la disinfezione dell'acqua formano una piacevole crosta lucente che , sebbene mi renda molto simile ad un'ameba bionica, ottiene il positivo risultato di fermare la fuoriuscita di liquidi organici.

La brandina è sempre occupata e non ci sono altri posti all'ombra.

Alle ore venti, la crosta nerastra che una volta era una qualche specie di essere umano viene raccolta con la spatola e riportata a casa.

Nell'amata magione , malgrado le mie proteste, vengo subito messo a letto perchè, secondo la Strega,: "I malati devono riposare molto!".

Non ho mangiato ,non ho bevuto, sono praticamente fritto eppure mi sento felice.

In fondo sono sopravvissuto ancora una volta!

AGOSTO '94

OCRAM








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