CENA DALL'AVVOCATO

L'Avvocato mi ha invitato a cena.

L'Avvocato, per chi non lo sapesse, è mio fratello maggiore (che sembra mio figlio per come è vergognosamente in forma).
Ricco (moderatamente, come tutto quello che fa), intelligente, brillante professionista, prudentemente alieno dal farsi coinvolgere negli altrui casini, visto che era momentaneamente a Genova, nella sua splendida casa sul mare, ha voluto controllare di persona se veramente ero malato come dicono.

Siamo andati la Strega, l'Anaconda ed io.
L'Orso ci ha liquidati sostenendo che lui aveva da fare due o trecento chilometri sulla cyclette e non aveva tempo da gettare.

L'Avvocato e la sua deliziosa compagna/moglie/figlia, Annina, ci hanno accolto come meglio non si poteva, rimpinzandoci di leccornie di ottima fattura e qualità (roba che non potrei permettermi nemmeno firmando un chilo di cambiali) e conversando amabilmente per tutta la serata post-prandiale (che vuol dire dopo pranzo/cena, insomma, dopo aver mangiato).
Per una volta Robin ( il cui nome , in verità, è Roberto, ma tutti l'abbiamo sempre chiamato "Robin") si è interessato in maniera più approfondita della mia salute, interrogandomi cautamente e puntigliosamente.
Nel corso di tutta la sera, come fa sempre, mi ha osservato con disinvolta indifferenza (cioé facendo finta di niente).
Poi quando, verso l'una, ci siamo congedati, mi ha detto: "Ciao brigante, ci vediamo tra un paio d'anni, quando deciderai di nuovo di venire a cena da me!".
Ora è anche vero che Lui ci invita sempre e dappertutto (Milano Sestrière, Vernazzola, Timbuctù, Parigi, Londra, etc. etc.) e che noi rifiutiamo altrettanto sempre di andare, ma non è questo l'aspetto che mi ha colpito.
E' il "TRA UN PAIO D'ANNI".
L'Avvocato è convinto che io menta spudoratamente!
Mi conosce bene e sa che io sono un bugiardo matricolato e che, per fare uno scherzo, anche crudele, sarei disposto a tutto.

Egli è sicuro che, in un modo o nell'altro, io abbia trovato il sistema di ingannare medici ed apparecchiature di diagnosi ed ora, fingendo di star male, approfitti vilmente del mio stato per ottenere agevolazioni di varia natura e, nel contempo, giocare uno scherzo epocale ad un paio di migliaia di amici e parenti.
Per disgrazia si sbaglia, ma, conoscendolo anch'io assai bene, penso che al funerale se ne uscirà con una sparata del genere:
"Ma guarda quello stronzo di Marco fino a che punto è arrivato per fare uno scherzo. Come al solito, zero senso della misura!"

E, magari, potrebbe anche aver ragione.

 

Agosto 2002

 






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Marco Capurro

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Via Granello, 3/7
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